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10 dicembre 2010

lettera ricerca sponsor



Capita spesso di sentire che persone appartenenti ad associazioni sportive non sappiano cosa scrivere nella lettera di presentazione agli sponsor.
In breve ci sono elementi che non devono mancare:
- una breve presentazione dell'associazione e delle attività
- eventuali successi ottenuti
- alcuni dati sui target
- i dati delle sponsorizzazioni possibili

basta questo, ma fatto bene e con molta attenzione a ciò che si scrive.
Sembra facile, ma non lo è, ci sono studi come il mio www.sporthink.it che vi possono aiutare.

23 novembre 2010

SPAL: innovazione al servizio dello sport e di bilanci in attivo


Davvero bravi!
Finalmente qualcosa nel piatto mondo dello sport italiano sembra muoversi nel modo appropriato.
Parliamo della Spal di Ferrara e del suo progetto di energia solare idea davvero brillante ed al passo con i tempi che attirerà anche sponsor.
Il progetto è quanto di più elementare possa esserci, produrre e rivendere energia; che tra incentivi locali e nazionali costa molto meno di quello che si può pensare e che, visti i ritorni di immagine per le aziende, può essere anche una sponsorizzazione a scambio merce.
In pratica i costi effettivi possono essere ridotti al minimo se non addirittura azzerati!
Quanti palasport, e campi di vario genere e tipo possono essere trasformati in questo modo in impianti all'avanguardia!
Così da centri di costo possono diventare anche centri di ricavo coprendo parte dei costi generati.
Viva la Spal e ora speriamo che ad imitarla siano in tanti!

12 novembre 2010

Corsi di Formazione per Dirigenti Sportivi: una riflessione da Parigi


Quanto sta succedendo a Parigi per i mondiali di scherma è l'emblema di un problema che sembra diventare mondiale nel mondo dello sport.
Ricapitoliamo: durante i mondiali di scherma in quel di Parigi, una questione arbitrale ha paralizzato per 30 minuti il protocollo di assegnazione delle medaglie e successivamente, vista l'assenza di una risposta definitiva, l'assegnazione sub-judice delle medaglie stesse.
Il problema quindi è la FORMAZIONE dei dirigenti.
Non importa se arbitri o responsabili marketing e ricerca fondi, qui l'assenza di formazione diventa sempre più estesa e preoccupante perchè nel continuare in questa strada si può solo arrivare alla morte dello sport che sciaguratamente scelga la strada dell'approssimazione e dell'assenza di preparazione.
Così come gli atleti anche i dirigenti devono allenarsi continuamente (con corsi di aggiornamento) per puntare anche loro nel campo di riferimento agli obiettivi olimpici: citius altius fortius.
Ogni persona responsabile e amante dello sport lo deve fare al più presto ne va della credibilità dello sport.

13 ottobre 2010

Tessera del tifoso: da Marassi la dimostrazione dell'utilità


Quanti di noi ieri erano collegati con lo stadio di Marassi avranno pensato che siamo alle solite, che gli ultrà rovinano il calcio.
Considerazione corretta, ma a guardare bene c'è molto di cui sorridere, almeno nel calcio italiano.
La tessera del tifoso è tra queste note positive.
Tanto vituperata nell'estate, presentata come inutile, ad oggi sta funzionando e anche bene.
Limita la presenza dei violenti ed è un ottimo strumento di marketing per le società e le aziende ad esse collegate.
Sarà certamente lo strumento del futuro, per quelle società calcistiche che vorranno implementare il marketing diretto ai propri fans, inserendovi offerte speciali sul merchandising, viaggi ad hoc, cene sociali coni propri beniamini e tanto ancora, è solo questione di fantasia!
Insomma sicurezza e marketing possono migliorare il calcio, riportando le famiglie alle partite.
Era ora.

27 settembre 2010

Mondiali di volley e l'assenza di comunicazione


Ci risiamo. Il volley non è in grado di promuoversi come dovrebbe.
Molti manager ormai puntano durante l’anno a fare il pieno di sponsor per le proprie società con effetto arlecchino che rende inutile la promozione di qual si voglia azienda.
Provate a guardare la maglietta di una squadra di pallavolo maschile e femminile e contate i marchi presenti che ottengono pochissimo spazio di visibilità per ogni brand, molta confusione e poca efficacia.
La tattica adottata è quindi sbagliatissima e lo si è visto nei mondiali maschili, iniziati nel weekend, dove quando si è cercato di vendere un evento di pallavolo a prezzi "di mercato" nessuna azienda ha voluto spendere cifre in uno sport dove per il resto dell'anno era possibili ottenere spazi a un decimo di quanto chiesto. Ciò si riflette in una mancanza complessiva di comunicazione e appeal. Avete visto, o meglio non visto, come non è stato promosso il Mondiale?
Zero in comunicazione ad Infront ed agli organizzatori che non hanno assolutamente saputo sfruttare un evento che poteva essere di traino per l'intero movimento. E invece, come accade ormai da tempo, la pallavolo si dimostra uno sport d’aia di provincia, autoreferenziale e senza futuro. Il Mondiale c'è ma non si vede.

20 settembre 2010

Teamworks e sport di squadra: modelli simili



E’ interessante notare come i lavori in team si rifacciano sempre di più ad esperienze maturate nel mondo sportivo
Infatti dopo il successo ottenuto dal Viadana Rugby con i suoi corsi motivazionali per le aziende, scopriamo su “La Stampa” del 14 settembre 2010 che in sala parto si lavora in modo simile ai pit-stop di Formula 1 e che la Ferrari ha fatto consulenze a riguardo.
Questo può far sorridere, ma ci fa giungere ad una riflessione importante: lo sport professionistico non è solo una esasperazione di concetti normalmente operativi in azienda, è anche un mezzo utile per ottimizzare processi trasferibili ai più alti livelli nel lavoro d’azienda.
Lo sport quindi è una risorsa per valori positivi, ma anche per quelle che vengono definite “best practice”, cosa sempre meno sottovalutata.

10 settembre 2010

Spot telefonia e uso del testimonial (non solo sportivo)

Non ci vuole molto a capire che la tipologia di spot che passa di più sui nostri teleschermi è quella relativa alla telefonia mobile e fissa.
Visto che ci tartassano vediamo di decodificare i codici comunicazionali che li compongono per essere un po' più consapevoli di quello che vediamo
A ciò aggiungo una analisi sull'uso dello sport da parte dell'azienda, in fin dei conti questo è pur sempre un blog di sport.


H3G
E' certamente la più discreta. Appare solo nei momenti in cui ha promozioni e centra il suo messaggio sui servizi offerti. Usa in modo discretto anche i testimonial siano essi Claudia Gerini o Raul Bova.



VODAFONE/TELE2
Punta molto sulla simpatia (cosa che vedremo assai usata anche da altri competitor),
a tal fine sfrutta l'immagine di uno sportivo Francesco Totti e di sua moglie che sembrano usciti da una delle barzellette dedicate al celebre calciatore romano.
Anche qui l'uso dei testimonial, sebbene più invasivo, è discreto.
A ciò va aggiunta la sponsorizzazione del team Mclaren in F1 e la UEFA Champions League, effettuata dalla casa madre worldwide.
Tele2 invece con il porcellino salvadanaio punta direttamente alle caratteristiche di prodotto.



FASTWEB
Allo stesso modo di Vodafone utilizza comicità e sport, grazie alla presenza di Valentino Rossi e del comico di Zelig.
La leggerezza anche qui è presente e con gli stessi codici di cui sopra, indica le caratteristiche di prodotto.



WIND/INFOSTRADA

Attraverso le figure di Fiorello e Aldo,Giovanni e Giacomo punta come gli altri alla simpatia.
A ciò va aggiunta la sponsorizzazione della Roma Calcio.
non è un caso.
La società ha sede a Roma e così facendo crea un problema serio a Vodafone in quanto Totti (testimonial Vodafone) viene visto con il logo Wind....



TIM/TELECOM
In questo caso si è cercato uno smarcamento senza però perdere eventuali benefici dall'empatia data dai comici.
Si è quindi puntato sulla coppia DeSica - Belen Rodriguez.
Oltre a ciò sono state prese come sponsorizzazioni tutti campionati nazionali principali (calcio,volley,basket) e i team Ducati e Ferrari.



CONCLUSIONI
Un principio di psicologia afferma che i primi secondi in cui vediamo uno spot sono fondamentali per l'interesse posto al seguito del messaggio; scopo quindi degli spot è di mantenere l'attenzione.
Se per 4 aziende su 5 si può dire che le cose siano fatte per bene, di certo per TIM/Telecom qualche riserva è d'obbigo.
E' infatti l'unica ha usare la sensualità come amo a cui far abbocare, conscia di giocare sporco sui neuroni dei consumatori e di sminuire la donna a semplice oggetto.
La foto qui allegata rende l'idea di quanti ammiccamenti vengano trasmessi via etere in modo inutile quando basterebbe usare meglio le capacità di un attore come DeSica o le sponsorizzazioni sportive.

8 settembre 2010

FORMAZIONE MANAGER DELLO SPORT


"Non basta praticare uno sport per saperlo vivere poi come manager" G.Pozzecco

Qualcosa che Sporthink afferma da tempo.
Infatti è proprio questo il problema dello sport italiano, la scarsa formazione dei manager.
Non è infatti importante solo il punto di vista tecnico-tattico, ma anche quello di gestione.
I fondamenti del marketing, quelli giuridici o ancora quelli di bilancio sono fondamentali in un mondo in cui la professionalità è chiesta a tutti.
Anche, se non sopratutto, a chi si sente "imparato".

Sporthink è tra coloro che è disposta a creare serie di incontri formativi nell'ambito marketing, comunicazione e ricerca fondi.

15 luglio 2010

Roger Milla, CocaCola e gli OTS



L’ultimo spot della Cocacola lo abbiamo visto tutti durante le partite dei mondiali.
Ebbene è un ottimo esempio di come sfruttare al meglio una sponsorizzazione ed un OTS.
Con OTS ci si riferisce a eventi non connessi al risultato sportivo, quali
un incidente nel corso di un Gran Premio automobilistico o l’infortunio di un atleta
che, fotografati o ripresi dalla televisione, permettono di ‘far vedere’ il marchio
dello sponsor (le «OTS», cioè Opportunities to see).
In questo caso il balletto di gioia dopo un gol.
Difficilmente si vedono aziende sfruttare al meglio i denari spesi, ma questo è un caso da mostrare anche nelle università, un bravo va quindi al marketing cocacola.

12 luglio 2010

Spagna Campione. La Programmazione paga (sperando non vi sia doping)



Spagna campione del mondo.
Questa è la notizia dell’estate, quella che sentiremo a lungo guardando le partite di calcio, ma come al solito, cerchiamo di guardare in profondità.
La Spagna a livello sportivo ha da insegnare parecchio per ciò che concerne la programmazione, la preparazione e la protezione dei giovani talenti sportivi.Questa vittoria non è casuale e nemmeno isolata.
Pensandoci bene, infatti, si nota subito come la squadra sia sostanzialmente frutto di due vivai interni (Barcellona e Real Madrid) che sono riusciti a proteggere i propri gioielli e a mantenerli in patria senza per questo far perdere loro occasioni di competitività di alta qualità, infatti la Liga è diventato uno dei migliori campionati europei.
Ma la Spagna non pensa solo al calcio infatti abbiamo personaggi come Nadal nel tennis, Contador nel ciclismo, Alonso nella Formula1, Gasol nel basket, etc. una programmazione diffusa che ha permesso alla Spagna di divenire un punto di riferimento per le modalità di allenamento e programmazione.
In pratica nulla è casuale e questi dolcissimi frutti arrivano da una dura semina.
C’è però anche un rovescio della medaglia una macchia grossa e nera: la lotta al doping.
In Spagna infatti le leggi sono assai più permissive e “l’Operation Puerto” divenuta famosa in ambito ciclistico ha in realtà al suo interno nomi di calciatori spagnoli famosissimi su cui però non trapela nulla ed altre personalità sportive.
Questo è avvenuto in Spagna e non in Francia o in Italia non per caso, là spesso si guarda dall’altra parte e si difende lo sportivo anziché tutelare la sua salute, non a caso le richieste delle procure italiane sono state bloccate dalla poca collaborazione dei colleghi spagnoli che si sono rifiutati di dare loro campioni di materiale relativi ad atleti spagnoli sospettati di aver fatto uso di sostanze illecite.
Quello che possiamo a sperare è che questa bella vittoria sportiva sia frutto della programmazione dei dirigenti e dei preparatori atletici eticamente responsabili e non sia in alcun modo intaccata da stregoni del doping sistematico.

30 giugno 2010

I 15 consigli per una ricerca sponsor vincente


Una mia conoscente mi ha segnalato che qualche mese fa Jeffrey Gitomer, considerato un guru delle vendite in America (l'ennesimo?) ha tenuto un seminario anche in Italia, presentando il suo modello vincente. In particolare questa mia conoscenza sta leggendo un libro intitolato "Il libretto delle RELAZIONI - Come creare dal nulla una ricca rete di conoscenze" Molto buon senso, nulla di sorprendente, ma ricordarselo ogni tanto non fa male, presi come siamo dai mille problemi quotidiani da risolvere.

In ambito ricerca sponsor direi che è importante presentarsi nella maniera migliore, quella che senza trucchi può farci accettare dalla controparte.

Il capitolo forse più esplicativo è "Le 17,5 strategie, indicazioni e regole dei rapporti":

"1) Per prima cosa sii amichevole, e tutto il resto si sistemerà.

2) Proponi un'immagine di te stesso che ispiri fiducia agli altri.

3) La tua capacità di guardare qualcuno negli occhi mentre parli è un segno rivelatore della tua autostima.

4) Il tuo atteggiamento positivo costante porterà reazioni positive e risultati positivi.

5) Non si instaurano rapporti senza una qualche forma di rischio.

6) Il novanta per cento del successo è presentarsi PREPARATI.

7) Meno ti concentri sulla motivazione dell'incontro, più probabilità di successo avrà il rapporto.

8) Interessati sinceramente degli altri prima di pretendere che loro si interessino sinceramente a te.

9) Prima trovi qualcosa IN COMUNE con l'altro, prima le barriere scompariranno.

10) Più in alto sali nella scala gerarchica, più le persone saranno caute quando ti avvicinerai.

11) L'immagine che proponi spesso determinerà la tua capacità di stabilire una relazione vera.

12) La gente ti giudica per ogni azione che fai.

13) Offri VALORE.

14) Trasmetti il tuo messaggio con ECCELLENTI capacità di comunicazione.

15) Rimanere in contatto è più importante e prezioso che stabilire il rapporto iniziale.

16) Dato che non sai quando potrai creare un rapporto potente, devi essere pronto ogni giorno.

17) La tua reputazione attuale determina il tuo destino futuro.

17,5) SII TE STESSO."

14 giugno 2010

SPONSOR: TEMPI DURI




In periodi di crisi come questo sentiamo spesso dire che i costi aziendali vengono tagliati, quello però che non sappiamo è cosa succeda alla struttura interna aziendale.
Attraverso un lavoro durato mesi e fatto per i vari miei clienti ho appurato un generale accentramento verso gli HQ principali, questo è chiaramente riferito alle multinazionali, mentre nelle aziende più piccole vi è un accentramento di incarichi o l’esternalizzazione a studi di comunicazione ed immagine.
Se nel secondo caso oltre al minor costo sul personale abbiamo anche un miglioramento per quello che concerne la coerenza del messaggio aziendale, nel primo caso abbiamo un grande problema.
Infatti fino a un minuto prima della crisi economica le multinazionali e non solo loro agivano PENSANDO GLOBALE e AGENDO LOCALE, ricordate probabilmente quanti guru ci continuavano a dire così??!!

Ebbene ad oggi nelle sponsorizzazioni si assiste ad un parziale ripensamento, se è vero che varie aziende internazionali una volta raggiungibili sul suolo italiano ora invitano a contattare la sede generale in un altro Paese europeo.
Questo porta ad un impoverimento del tessuto sportivo e delle sue iniziative perché come può conoscere le caratteristiche e l’importanza locale/nazionale un responsabile sponsorizzazioni che dista migliaia di chilometri di distanza? Farà assai in fretta a bocciare iniziative a lui sconosciute o di cui non riesce a tradurre il sito perché in una lingua che non conosce ed invece approvare possibili attività a lui più vicine per lingua o per ubicazione, quando invece dovrebbe pensare solo ad ottimizzare le sponsorizzazioni internazionali.
Un errore di visione dettato dai tagli al personale che ricade incolpevolmente anche sullo sport di vertice che non sia internazionalmente conosciuto.


Eppure le sponsorizzazioni sono sempre ben viste come attesta il grafico di sportfive e ritenute importante dalla quasi totalità degli intervistati. Insomma le aziende dovrebbero in parte rivedere questo modus operandi per non perdere opportunità e per non far perdere allo sport importanti appuntamenti.

8 giugno 2010

Perchè le candidature italiane non sono vincenti?



Non è un caso che le candidature italiane per eventi internazionali vengano generalmente battute da altre nazioni.
I motivi sono molteplici ma possiamo sostanzialmente riassumerli così:

- vi è un motivo politico, le candidature devono essere infatti appoggiate a livello politico locale e nazionale. Questo spesso non viene fatto sia perché non vi è una educazione allo sport nella mentalità italiana, sia perché non capendone la potenzialità si pensa che possa spostare poco l’opinione pubblica e non avere una capacità di coinvolgimento a livelli nazionali.
Questo succede perché non si è capaci, in genere, di far sentire nazionale un evento che si celebra in una determinata località, in questo siamo ancora all’Italia dei comuni.

- vi è anche un motivo di strutture su cui fare le competizioni, non vi sono progetti di rinnovo degli impianti se non ai meri fini dell’evento internazionale, si veda l’esempio europei di calcio andato poi giustamente alla Francia che ha stadi migliori già oggi (oltre ad un appoggio politico superiore)

Insomma per vincere le candidature internazionali bisogna fare sistema a tutti i livelli (politico, locale, media….) è quello che fece vincere Torino, è quello che serve sempre.

31 maggio 2010

Ivan Basso, ciclismo in alto



"Mia moglie mi ha detto che diventerò padre per la terza volta. Quando l'ho saputo, il giorno dopo mi sono scatenato sullo Zoncolan. Non ho ancora realizzato quanto ho fatto, ma sapevo che mia figlia Domitilla avrebbe voluto risalire sul podio con me" (da www.gazzetta.it)
Queste splendide parole di Ivan Basso riportano il ciclismo ad avere un volto umano, il vero doping dell’atleta o meglio il vero generatore di energia supplementare dell’uomo è la famiglia.
Ivan Basso ha dimostrato anche che un campione moderno può cadere come tutti noi, per debolezza perché tutti ne abbiamo almeno una, ma che poi ci si può rialzare e ricominciare a vivere onestamente senza mentire più a se stessi e ai tifosi.
Insomma lo sport ha un messaggio di speranza questa volta unito ad uno splendido cammeo ovvero quella sottolineatura data dal neovincitore del giro d’italia 2010 all’importanza della famiglia.
Il ciclismo ora ha l’opportunità di fare pace con gli amanti dello sport che dalla bici si erano allontanati e allo stesso tempo anche Ivan Basso può tornare a correre onestamente.
L’unica nota stonata le affermazioni fatte in Rai relative agli spettatori quando affermavano:”gli spettatori vogliono vedere soffrire i corridori, il giro è piaciuto per questo”; in realtà la gente vuole vedere fatica vera e non inganni.
viva Ivan Basso, viva la famiglia

26 maggio 2010

Petrucci e Sporthink sulla stessa lunghezza d'onda


"Mi rivolgo al mondo dello sport, e al calcio professionistico in particolare, per sensibilizzare tutti a rendersi conto della situazione finanziaria del paese. Siamo tutti orgogliosi del successo dell'Inter in Champions League, ma ora dobbiamo dare dei segnali forti che ci sono dei limiti da rispettare."

24/05/2010 GIANNI PETRUCCI


noi lo dicevamo già 20 giorni prima
a dimostrazione che quanto da noi asserito non era un'idea peregrina,
ma una affermazione fondata sui fatti.
Siamo lieti di poter dire di pensarla come il Pres.Petrucci ed anche
che il Presidente la pensi come noi.

20 maggio 2010

2020: Roma o Venezia? Analiziamo con attenzione


Diciamolo, le olimpiadi a Venezia sarebbero state davvero suggestive.
Diciamo però anche una cosa, Venezia non è logisticamente preparata ad un olimpiade estiva; l'errore vero di Venezia è stato tenere fuori dalla sua candidatura altre città a lei vicine.
Dividere la candidatura con Mestre o persino con la vicina Padova sarebbe stato vincente, magari con gli sport estivi per antonomasia come il beach volley da fare a Jesolo, ma come era strutturata non poteva che andare ad una sonora sconfitta.
Venezia doveva trarre esempio dalla candidatura vincente di Torino che ha condiviso l'evento con le valli ad essa vicine.
Riguardo a Roma bisogna dire che è una candidatura certamente importante, la perplessità semmai viene dal fatto che gli ultimi tre sindaci della capitale abbiano sempre candidato la "città eterna" senza però giungere mai al successo.
Non vorrei che le amministrazioni romane lo facciano esclusivamente per il business che vanno a creare eventi come questi che se mal gestiti portano a problematiche serie di bilancio come sta succedendo a Londra che fra 2 anni ospiterà le olimpiadi.
Sul CONI e sulla gestione delle candidature non trovo nulla da ridire, anzi l'analisi fatta secondo i crismi della valutazione che verrà fatta dal CIO dimostra serietà di intenti.
Una volta tanto facciamo i complimenti alla dirigenza sportiva, la serietà di Petrucci è certamente evidente.
Il mio pronostico tuttavia va su NewDelhi perchè la politica del CIO ad oggi è di aprire i giochi alle economie nascenti capaci di spendere per rendere l'evento un evento di dimensioni planetarie, dopo Cina(Beijing'08) e Russia(Sochi'14)ora tocca all'India.

3 maggio 2010

CHAMPIONS LEAGUE : LE RAGIONI MANAGERIALI DI UN’AUSPICATA SCONFITTA DELL’INTER


Può sembrare anti-sportivo augurare all’Inter di perdere la finale.
Si potrebbe pensare che è lo sfogo di un romanista o di uno juventino che ce l’ha con Moratti, ma non è così.
Le ragioni stanno molto più a monte e riguardano l’organizzazione del nostro calcio.
Quattro anni fa scoppiata calciopoli in molti cominciarono a sperare in un calcio rifondato nei valori etici e che sarebbe cresciuto inseguendo e raggiungendo le leghe leader in europa (premiership inglese, bundesliga tedesca, liga spagnola).
Dopo quattro anni ci ritroviamo con stadi scomodi ed antiquati, con ultras che dettano alle società persino i risultati delle partite, si veda la Lazio di ieri sera, e la mancanza di programmazione delle società.

Per comprendere meglio quanto finora detto andiamo ad analizzare le quattro semifinaliste di Champions.

- BARCELLONA: non è solo una delle squadre più ricche del mondo, è anche una società capace di programmare il suo futuro. La squadra era al 90% con giocatori cresciuti nel vivaio interno e quindi con costi contenuti. Lo stadio è di proprietà e i ritorni economici vengono in buona parte dal merchandising, dal museo e da altre attività non collegate direttamente con la partita (leggi biglietti stadio)
- LIONE: come il Barça ha una capacità da leader in Francia nel marketing e nel vendere il proprio merchandising, ancora indietro nel vivaio riesce però a scovare campioni a basso costo in tutta europa rivendendoli poi a costi maggiori.
- BAYERN MONACO: ineccepibile dal punto di vista del bilancio, in Germania sono severe le regole della Bundeliga a riguardo, chi sgarra è in serie B. Per questo si vedono campioni venuti dalla primavera che si mescolano abilmente con stelle comprate da fuori che valorizzano l’intero organico e che permettono un salto di qualità e l’approdo alla finale di Madrid.
- INTER: ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli….
S.Siro sarà la scala del calcio ma i seggiolini sono tra i peggiori non sono all’altezza del nome che porta, prendete uno stadio tedesco qualsiasi guardate le foto e capirete che non è uno stadio all’avanguardia. La squadra è poi formata da quasi soli stranieri per i quali si è speso più di 150 miliardi delle vecchie lire, con risultati al di sotto delle aspettative, i prodotti della primavera vengono mal gestiti e quando si affermano (vedasi Balotelli) si è incapaci di indirizzarli correttamente. Insignificanti i ritorni dal merchandising, nulle altre voci di ritorni economici.

Un modello di gestione come questo con l’avvento del FAIRPLAY FINANZIARIO non potrà essere vincente.
Il problema è che in Italia tutti dicono di voler cambiare modello di riferimento ma pochi sono gli esempi di un cambio di rotta (Milan, Roma per il taglio dei costi di personale; Lazio, Fiorentina per un progetto che porti a degli utili; Juventus per un progetto che porti ad un autofinanziamento capace di supportare ambizioni europee e mondiali)

23 aprile 2010

RICERCA SPONSOR: PROCURATORE O SERVIZI SPORT-MARKETING?


Mi è capitato, in questi quattro anni, che potenziali clienti mi chiedessero una consulenza per la ricerca sponsor.
E’ bene ribadire un concetto però, chi cerca sponsor attraverso un piano marketing e di comunicazione non è un procuratore.Considerazione che sembra lapalissiana, ma non poi così tanto.
Capita infatti, di vedersi richiesta uno vero e proprio servizio di procura dove oltre a seguire l’itinerario dell’andamento della sponsorizzazione viene richiesta la presenza anche alla stipula del contratto e la possibilità di cambiare gli articoli del contratto stesso, cosa che evidentemente non mi è possibile fare.
La ricerca sponsor tramite procura dà incarico ad una persona, il procuratore, di cerca sponsor a nome e per conto di qualcuno e può quindi modificare anche i contratti nel nome e nell’interesse dei suoi clienti.
Un ricercatore di sponsor con piano marketing, può sì contrattare con gli sponsor ma sul semplice lato della visibilità del marchio dell’azienda sponsorizzante, tutelando l’interesse del proprio cliente solo dal punto di vista commerciale cioè massimizzando dal punto di vista economico gli spazi pubblicitari ed i servizi alle aziende.
Due approcci differenti per due servizi simili.
Importante non confoderli per non perdere e non far perdere tempo.

18 marzo 2010

Superstars: la competizione automobilistica a basso costo e alto divertimento/ritorno per gli sponsors



Domenica è iniziato il campionato di F1 2010-2011 con pochi sorpassi e un po’ più di interesse, se non altro per le novità, anche se si fatica a non addormentarsi.
Ormai però il mondo dei motori è visto come un mondo dove fare spettacolo richiede cifre assolutamente proibitive, la realtà è un po’ differente.
Mi riferisco, in modo particolare, al campionato Superstars che inizia a breve. I costi sono nettamente inferiori alla formula uno (parliamo di circa un decimo) e lo spettacolo è garantito nei 25 minuti di gara, dove quindi la noia non ha posto.
I proprietari e ideatori della formula sono gli stessi della superbike che fino a qualche hanno fa faceva 10% share ed ora viaggia alla pari della Moto GP.
La Superstars è organizzata appositamente per favori gli investitori (ovvero gli sponsors) e gli spettatori televisivi e non, avendo preso il meglio dal marketing motoristico mondiale ed assemblandolo tutto insieme.
Sono certo che nel giro di 2 anni al massimo questa formula avrà un exploit di ascolti, la presenza di tutti i più prestigiosi marchi automobilistici sta a dimostrare la validità e l’interesse che questa formula suscita.
Questa formula, made in Italy, auguriamoci sia un nuovo modo low cost di pensare alle corse.

24 febbraio 2010

OLIMPIADI: UNA PRIMA ANALISI A META' DEI GIOCHI




La prima settimana olimpica è ormai alle spalle e i giochi si chiuderanno nel week end in arrivo. Cosa si può dire ad oggi?
Per prima cosa che Torino 2006 è stata un'olimpiade migliore.
Per noi Italiani non è poco! E' qualcosa di cui andare orgogliosi.
Vancouver ha infatti deficitato a livello organizzativo e di attenzione nei confronti degli atleti.
La tragica morte del ragazzo georgiano nella garo dello slittino è solo l'evento drammatico a conferma di quanto fin qui affermato, la pista infatti ha come idea realizzativa quella dello show per gli spettatori a discapito dell'atleta ( ben poco di valore olipico dunque) è infatti il "budello" con le velocità di punta più alte ( 140Km/h) e con quei piloni di cemento a bordo pista uno dei più pericolosi.
L'atleta non è il protagonista ma è parte dello show, il protagonista è il pubblico che deve vivere tutto a pochi passi, quasi ad essere lui l'atleta.

Concetto ovviamente sbagliato, l'atleta rischia l'incolumità, fa sacrifici per 4 anni, merita più attenzione e la centralità all'interno di un evento simile.

Anche le piste da sci di discesa e fondo non sono state curate a dovere con fossati lasciati aperti (ne ha fatto le spese la campionessa di fondo Majdic con costole rotte).
Al momento diamo quindi un voto pari a 5 per l'approssimazione organizzativa, sembra quasi che non vi fossero atleti o ex-atleti all'interno dello staff cosa abbastanza inusuale specie per eventi di questa portata.

10 febbraio 2010

Vancouver 2010 Winter Olympics Men's Alpine Downhill

ecco un omaggio alle olimpiadi che inizeranno a breve!
http://www.youtube.com/watch?v=ysjEYZlaUL4

PS: putroppo l'eccedenza di lavoro non mi permette di aggiornare sovente il blog