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28 aprile 2011

Comunicare con il sorriso: T-Mobile ft il matrimonio di William & Kate


Parlarne in un blog di sport sembra assai fuori luogo, in realtà lo è molto meno di quanto può sembrare.
Prendiamo spunto infatti da un evento mondano: il matrimonio che a breve ci sarà all'interno della famiglia reale inglese.
Un evento che tutti conoscono e che la T-Mobile (azienda telefonica tedesca con presenza sul mercato britannico) ha usato per il video pubblicitario di questo periodo e che mi ha fatto pensare allo sport.
Come?
Beh, pensate ai nostri palazzetti e alle presentazioni delle squadre ad inizio anno, per non parlare della presentazione della squadra prima della partita da giocarsi in casa.
Ora pensate a quale piacevole e divertente spettacolo se venissero fatte come il video pubblicitario, renderebbero unica l'esperienza per i presenti, per gli sponsor e per le tv locali che eventualmente mandano in onda le differite.
Non sarà come nell'NBA ma a livelli medio-alti credo si debba sottolineare più la gioia di praticare uno sport che l'imperativo agonistico.
Se ciò non dovesse essere possibile certo, può e deve essere così nelle giovanili dove il divertimento è un diritto del bambino.
Spero di entrare presto in un palazzetto in cui giocatori o giocatrici si presentano o vengono presentati danzando e ballando. Tornerò a casa divertito e pazienza se non si è vinto, il giorno dopo su Youtube potrò rivedere la danza che un cellulare avrà filmato.

19 aprile 2011

Doping & ciclismo: basta giustificazioni


Prendo spunto dagli ultimi avvenimenti relativi al doping e dall'errore di comunicazione che il ciclismo nel suo complesso stanno facendo ormai da anni e a causa del quale sono divenuti (a torto o a ragione) lo sport emblema del doping mondiale.
Infatti a differenza di tanti altri sport,dall'atletica al rugby, dove l'atleta o il gruppo di atleti trovati colpevoli vengono isolati e condannati da tutto l'ambiente sportivo, nel ciclismo esiste questa tacita e non tacita solidarietà con i dopati.
Ciò causa fastidio a coloro che vedono nell'atleta dopato un colpevole e non una vittima di un non ben precisato sistema, così come viene presentato dai vari corridori o ex-corridori.
In tal modo il ciclismo allontana sponsor e appassionati ormai consci di vedere atleti dopati tra i vincenti e quindi risultati falsati.
Per uscire da questa empasse servirebbe una presa di coscienza collettiva di un problema presente ed incancrenito, forse meno di quel che sembra ma in ogni caso da chiarire apertamente attraverso anche le pagine dei giornali.
Buona creanza poi sarebbe il silenzio se non la condanna dei colpevoli e non le ripetute giustificazioni ed accuse di fare del ciclismo lo sport "capro espiatorio" o che in realtà anche altrove esiste il doping ma non fa comodo vederlo (per non parlare degli atteggiamenti in corsa verso chi collabora con la giustizia e degli atteggiamenti omertosi della maggioranza dei ciclisti)...non è questo quello che serve.
Ciascuno deve guardare nel proprio giardino e fare in modo che non vi creascano erbacce senza guardare se e quanto le stesse crescano altrove.
Un detto cinese dice che: "quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito"....speriamo che il ciclismo cominci a guardare la luna e a puntare ad essere bianca come lei...

PS:A proposito nuove richieste di liberalizzazione di alcune pratiche di doping sono state chieste dalla cricca che segue Riccò (facendo eco alle scellerate idee di Veronesi) che servono solo a creare scuse ed alibi a chi del ciclismo non è altro che un vampiro e non certo un appassionato.

11 aprile 2011

Fuxia Challenge e Venezia Challenge: novità e polemiche assurde



Questa volta prendo spunto da questo articolo che vede Fuxia Challenge fare polemica con quelli di Venezia Challenge.
Quello che stupisce nella polemica è la voglia di prendersi un fittizio titolo di innovatività, che sembra essere in ogni caso corretto per entrambi i team.
In realtà la polemica è sull'aria fritta poichè se è vero che Fuxia ha avuto l'idea di creare un consorzio orientato al merketing è anche vero che per problemi organizzativi della coppa America non ha potuto portare avanti il progetto.
Sono quindi stati capaci di una novità teorica.
Al contrario Venezia Challenge ha creato e portato avanti fino all'iscrizione il suo progetto che è assai diverso nelle finalità, in quanto Fuxia voleva essere un team creato da donne per pubblicizzare prodotti femminili, cosa che Venezia C. non farà.
Questo fa di loro il primo team a portare in mare un consorzio marketing oriented, quindi è corretto anche per loro parlare di novità, perchè mai nessuno prima di loro lo fece prima.
Resta una domanda, se ad essere egualmente impostato è solo il format e non il contenuto, perchè fare sterili polemiche? Voglia di visibilità?

6 aprile 2011

Il doping sportivo ed Umberto Veronesi (quando si perde di vista il vero valore dello sport)



Torniamo nuovamente sull'argomento doping, già trattato ampiamente e non solo qui.
Ci ritorniamo in quanto l'oncologo Veronesi ha fatto delle affermazioni gravi che non inquadrano il vero ruolo dello sport. Egli afferma:"Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male? Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti”, dichiara Veronesi. E continua. “Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.
Il problema è che lo sport (specie ai massimi livelli) non ha solo lo scopo di divertire, ma anche di educare gli amatori (specie minorenni) ad un sano e corretto approccio al divertimento sportivo.
Quali saranno i modi di emulare i propri campioni che le generazioni future avranno?
I giovani vorranno le divise come i loro campioni o anche le loro pillole "magiche"?
Per questo il Presidente Petrucci ha replicato:"Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi, ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità di tutelare i giovani e rispettare le leggi”.
Tutelare i giovani, con esempi etici,da pericolose emulazioni, con uno sport che sia maestro di vita e non via facile al successo per un periodo breve che spesso vede poi abissi profondi che portano alla tossicodipendenza o al suicidio, se non a tutte e due le cose come Marco Pantani ci ha putroppo dimostrato.
Per questo appoggiamo quanto detto anche dal presidente del CSI.

4 aprile 2011

Managment Sportivo: progettiamo oggi il futuro (Juventus e Roma Olimpica ci aiutano a riflettere)



Lo sport italiano ha avuto un momento importante di confronto e di incontro di recente grazie a RCS e Bocconi.
Vari personaggi importanti dello sport italiano da Blanc ( dirigente Juventus) a Bianchedi ( membro Cio) hanno sottolineato come l'Italia abbia opportunità di sviluppo industriale e di incremento di posti di lavoro per merito di eventi sportivi e di infrastrutture moderne, all'avanguardia in europa.
Tali strutture non sono ad oggi presenti, in quanto in fase di costruzione ( stadio Juventus) o da costruire ( strutture per Roma olimpica).
Questo ci può far riflettere su due cose:
- ad oggi siamo in dietro riguardo alle strutture sportive (in alcuni casi a strutture del ventennio fascista)
- in futuro possiamo e dobbiamo modernizzarle per il bene dello sport ma anche di molte persone che così potrebbero trovare anche lavoro.

A ciò va aggiunta una riflessione del coach Messina che andò a Madrid perchè qui vi era troppa tensione e nessun progetto importante.
In Italia infatti, non si è soliti progettare a lungo periodo, si agisce con gli umori dello stomaco e non con la testa. Mancanza di cultura e di formazione professionale, in un Italia sportiva da contruire/ricostruire c'è possibilità su molti ambiti, l'importante però è cominciare a farlo.