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31 maggio 2010

Ivan Basso, ciclismo in alto



"Mia moglie mi ha detto che diventerò padre per la terza volta. Quando l'ho saputo, il giorno dopo mi sono scatenato sullo Zoncolan. Non ho ancora realizzato quanto ho fatto, ma sapevo che mia figlia Domitilla avrebbe voluto risalire sul podio con me" (da www.gazzetta.it)
Queste splendide parole di Ivan Basso riportano il ciclismo ad avere un volto umano, il vero doping dell’atleta o meglio il vero generatore di energia supplementare dell’uomo è la famiglia.
Ivan Basso ha dimostrato anche che un campione moderno può cadere come tutti noi, per debolezza perché tutti ne abbiamo almeno una, ma che poi ci si può rialzare e ricominciare a vivere onestamente senza mentire più a se stessi e ai tifosi.
Insomma lo sport ha un messaggio di speranza questa volta unito ad uno splendido cammeo ovvero quella sottolineatura data dal neovincitore del giro d’italia 2010 all’importanza della famiglia.
Il ciclismo ora ha l’opportunità di fare pace con gli amanti dello sport che dalla bici si erano allontanati e allo stesso tempo anche Ivan Basso può tornare a correre onestamente.
L’unica nota stonata le affermazioni fatte in Rai relative agli spettatori quando affermavano:”gli spettatori vogliono vedere soffrire i corridori, il giro è piaciuto per questo”; in realtà la gente vuole vedere fatica vera e non inganni.
viva Ivan Basso, viva la famiglia

26 maggio 2010

Petrucci e Sporthink sulla stessa lunghezza d'onda


"Mi rivolgo al mondo dello sport, e al calcio professionistico in particolare, per sensibilizzare tutti a rendersi conto della situazione finanziaria del paese. Siamo tutti orgogliosi del successo dell'Inter in Champions League, ma ora dobbiamo dare dei segnali forti che ci sono dei limiti da rispettare."

24/05/2010 GIANNI PETRUCCI


noi lo dicevamo già 20 giorni prima
a dimostrazione che quanto da noi asserito non era un'idea peregrina,
ma una affermazione fondata sui fatti.
Siamo lieti di poter dire di pensarla come il Pres.Petrucci ed anche
che il Presidente la pensi come noi.

20 maggio 2010

2020: Roma o Venezia? Analiziamo con attenzione


Diciamolo, le olimpiadi a Venezia sarebbero state davvero suggestive.
Diciamo però anche una cosa, Venezia non è logisticamente preparata ad un olimpiade estiva; l'errore vero di Venezia è stato tenere fuori dalla sua candidatura altre città a lei vicine.
Dividere la candidatura con Mestre o persino con la vicina Padova sarebbe stato vincente, magari con gli sport estivi per antonomasia come il beach volley da fare a Jesolo, ma come era strutturata non poteva che andare ad una sonora sconfitta.
Venezia doveva trarre esempio dalla candidatura vincente di Torino che ha condiviso l'evento con le valli ad essa vicine.
Riguardo a Roma bisogna dire che è una candidatura certamente importante, la perplessità semmai viene dal fatto che gli ultimi tre sindaci della capitale abbiano sempre candidato la "città eterna" senza però giungere mai al successo.
Non vorrei che le amministrazioni romane lo facciano esclusivamente per il business che vanno a creare eventi come questi che se mal gestiti portano a problematiche serie di bilancio come sta succedendo a Londra che fra 2 anni ospiterà le olimpiadi.
Sul CONI e sulla gestione delle candidature non trovo nulla da ridire, anzi l'analisi fatta secondo i crismi della valutazione che verrà fatta dal CIO dimostra serietà di intenti.
Una volta tanto facciamo i complimenti alla dirigenza sportiva, la serietà di Petrucci è certamente evidente.
Il mio pronostico tuttavia va su NewDelhi perchè la politica del CIO ad oggi è di aprire i giochi alle economie nascenti capaci di spendere per rendere l'evento un evento di dimensioni planetarie, dopo Cina(Beijing'08) e Russia(Sochi'14)ora tocca all'India.

3 maggio 2010

CHAMPIONS LEAGUE : LE RAGIONI MANAGERIALI DI UN’AUSPICATA SCONFITTA DELL’INTER


Può sembrare anti-sportivo augurare all’Inter di perdere la finale.
Si potrebbe pensare che è lo sfogo di un romanista o di uno juventino che ce l’ha con Moratti, ma non è così.
Le ragioni stanno molto più a monte e riguardano l’organizzazione del nostro calcio.
Quattro anni fa scoppiata calciopoli in molti cominciarono a sperare in un calcio rifondato nei valori etici e che sarebbe cresciuto inseguendo e raggiungendo le leghe leader in europa (premiership inglese, bundesliga tedesca, liga spagnola).
Dopo quattro anni ci ritroviamo con stadi scomodi ed antiquati, con ultras che dettano alle società persino i risultati delle partite, si veda la Lazio di ieri sera, e la mancanza di programmazione delle società.

Per comprendere meglio quanto finora detto andiamo ad analizzare le quattro semifinaliste di Champions.

- BARCELLONA: non è solo una delle squadre più ricche del mondo, è anche una società capace di programmare il suo futuro. La squadra era al 90% con giocatori cresciuti nel vivaio interno e quindi con costi contenuti. Lo stadio è di proprietà e i ritorni economici vengono in buona parte dal merchandising, dal museo e da altre attività non collegate direttamente con la partita (leggi biglietti stadio)
- LIONE: come il Barça ha una capacità da leader in Francia nel marketing e nel vendere il proprio merchandising, ancora indietro nel vivaio riesce però a scovare campioni a basso costo in tutta europa rivendendoli poi a costi maggiori.
- BAYERN MONACO: ineccepibile dal punto di vista del bilancio, in Germania sono severe le regole della Bundeliga a riguardo, chi sgarra è in serie B. Per questo si vedono campioni venuti dalla primavera che si mescolano abilmente con stelle comprate da fuori che valorizzano l’intero organico e che permettono un salto di qualità e l’approdo alla finale di Madrid.
- INTER: ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli….
S.Siro sarà la scala del calcio ma i seggiolini sono tra i peggiori non sono all’altezza del nome che porta, prendete uno stadio tedesco qualsiasi guardate le foto e capirete che non è uno stadio all’avanguardia. La squadra è poi formata da quasi soli stranieri per i quali si è speso più di 150 miliardi delle vecchie lire, con risultati al di sotto delle aspettative, i prodotti della primavera vengono mal gestiti e quando si affermano (vedasi Balotelli) si è incapaci di indirizzarli correttamente. Insignificanti i ritorni dal merchandising, nulle altre voci di ritorni economici.

Un modello di gestione come questo con l’avvento del FAIRPLAY FINANZIARIO non potrà essere vincente.
Il problema è che in Italia tutti dicono di voler cambiare modello di riferimento ma pochi sono gli esempi di un cambio di rotta (Milan, Roma per il taglio dei costi di personale; Lazio, Fiorentina per un progetto che porti a degli utili; Juventus per un progetto che porti ad un autofinanziamento capace di supportare ambizioni europee e mondiali)