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2 dicembre 2009

Golf: i fratelli Molinari bellissimo spot per lo sport italiano


Il golf italiano ha trovato finalmente la sua consacrazione a livello internazionale.
La vittoria dei torinesi fratelli Molinari ha acceso i riflettori dei media su questo sport che per prestigio e fascino è considerato d’elite, ma che sempre più, grazie alle oculate politiche di apertura della federazione , sta aumentando i suoi tesserati.
Difficile pensare di vedere tornei in tv a breve, visto chesolo grazie a televisioni tematichesport come il tennis riescono a ritagliarsi un po’ di spazio, certo però questi successi fanno auspicare un incremento del portafoglio di sport che appasionano gli italiani.
Fa piacere notare che negli ultimi anni il calcio abbia perso il suo splendore e la sua aura mistica, molti infatti sono gli sport secondari (ma solo per visibilitàin cui l’Italia ha vinto o addirittura dominato.

In ambito motoristico basta citare Ferrari, Ducati o Valentino Rossi senza aggiungere altro.
In ambito velico con Giovanni Soldini sempre al top e la piacevole sorpresa di Azzurra vincente nelle regate di classe america del LVT a Nizza.
Nel tennis, con la conferma di un gruppo straordinario al femminile che rivince la coppa devis.
Nella pallavolo, che vede la squadra femminile sempre vincente.
Nel rugby, che nonostante le sconfitte attira sempre più pubblico dal vivo o in televisione, dando seri problemi di identità al calcio che non comprende come perdendo un movimento possa crescere mentre il soccer, vedendoci ancora campioni del mondo, denota una costante disaffezione dalle presenze negli stadi.
Tutto ciò fa sperare per un futuro migliore per l’Italia, sia dal punto di vista sportivo sia dal punto di vista umano,più sport emergono più si stimolano i giovani alla pratica sportiva, così facendo li si potrà educare a quei valori di sacrificio, lealtà e spirito di squadra di cui una società a bisogno.

20 novembre 2009

Canottaggio: Marketing e comunicazione (parte II)

di Margherita Cavaglià






Alcuni dati interessanti dell’anno 2009 resi noti dalla FIC



Ricavi da pubblicità e sponsorizzazione € 177.372,00


Si è ritenuto, per prudenza, di non metter in bilancio alcuna sponsorizzazione che al momento non sia certa. Pertanto si evidenzia il solo ricavo di € 17.372,00 relativo all’accordo con la Victory e quello di € 160.000,00 relativo all’accordo Asics. Resta in essere il contratto con il Cantiere Filippi Lido per le barche in comodato d’uso per un valore delle stesse di € 250.000,00.


Per quanto riguarda le sponsorizzazioni si attuerà una politica per ottenere maggiore visibilità a tutti i livelli con nuove strategie di marketing e comunicazione ed il rilancio del marchio FIC. Questa strategia è rivolta a incrementare le entrate da sponsorizzazioni e pubblicità.


 


Promozione sportiva € 82.000,00


Nella voce Promozione Sportiva sono stanziate le risorse necessarie per coprire le eventuali spese necessarie a sviluppare una politica di promozione sportiva significativa e innovativa.


Costi per la comunicazione € 90.372,00


Si è ritenuto di ridurre la voce in conseguenza di presunti risparmi delle trasferte dei giornalisti ed anche all’ottimizzazione del settore in attesa di trovare i giusti canali per il reperimento di ricavi propri.




M) Media e Marketing - Attività Master.


Oltre all’Ufficio Stampa e Ufficio Marketing (già operanti) si dovrà organizzare una struttura


che curi in particolare la presenza del Canottaggio nelle varie trasmissioni televisive, anche


quelle non sportive, di alta visibilità. Gli Ex Atleti avranno un ruolo importante in questa


struttura per promuovere il nostro sport.


Master: dovranno essere una categoria riconosciuta anche per le Classifiche Nazionali con


regate idonee a promuovere il Canottaggio in tutte le fasce d’età. Allargando il numero di


praticanti Master si potrà allargare anche il numero di Dirigenti in quanto è la categoria che più


li assimila per età e impegni professionali. Il tesseramento della categoria Master dovrà essere


separata dai Senior. Gli Atleti potranno essere tesserati Senior fino a 45 anni.


E) Ex Atleti


Gli Atleti che cessano l’attività agonistica saranno inseriti nei vari settori a loro più idonei per lo


sviluppo del Canottaggio (Allenatori – Dirigenti – Promozione in genere del nostro sport).


F) Canottaggio Femminile.


Questo settore avrà bisogno di un programma di sviluppo diverso da quello maschile. Avrà un


Responsabile di Settore per tutte le categorie che farà parte della Commissione Tecnica


Nazionale sotto il coordinamento del Direttore Tecnico. Nel limite delle possibilità sarà istituito


un Centro Tecnico Nazionale Femminile.


G) Attività Giovanile.


Anche questo settore avrà la stessa caratteristica di quello femminile. Avrà un Responsabile di


Settore per tutte le categorie che farà parte della Commissione Tecnica Nazionale sotto il


coordinamento del Direttore Tecnico. Il Responsabile avrà due compiti molto importanti: uno di


base con promozione e sviluppo del settore (tipo di regata – tipo di imbarcazione su cui


gareggiare – calendario remiero) e uno di vertice per individuare e seguire i "potenziali" talenti


(controlli fisici e fisiologici – crescita pisco/fisica – attività scolastica).


H) Università.


Questo punto si divide in 7 parti:


1) Atleti che sono studenti universitari (appartenenti sia ai C.U.S. che ad altri Affiliati) devono


essere maggiormente coinvolti negli impegni agonistici universitari nazionali e internazionali.


Nel 2009 a Belgrado si disputeranno le Universiadi dal 1 al 12 Luglio e non possiamo


pretendere che il CUSI prenda in degna considerazione una federazione che non prepari un


progetto mirato a questa importantissima manifestazione internazionale. Le Universiadi


successive si disputeranno in Cina e Turchia dove il Canottaggio sarà presente.


2) Diffondere il Canottaggio nelle università seguendo l’esempio di molti paesi anglosassoni.


3) Mantenimento dei College Remieri Universitari attualmente in attività.


4) Ripristinare il College Remiero di Piediluco aperto ad Atleti/e Senior dove oltre che


nell’allenamento dovranno impegnarsi nello studio universitario, presso l’Università di Terni o


altre strutture.


5) Coinvolgimento di ricercatori delle materie inerenti al Canottaggio presso le università.


6) Stabilire un contatto diretto con le università in modo che il Canottaggio possa diventare


disciplina di studio universitario, l’università diventerebbe quindi punto di scambio culturale


sportivo.


7) Ripristinare i corsi di aggiornamento per i Docenti di Educazione Motoria delle scuole medie


1° e 2° grado.

12 novembre 2009

il canottaggio: comuncazione e marketing (parte I )



Prima di lasciare spazio all'articolo, l'occasione ci è grata per introdurre a tutti voi ua nuova professionalità che entra in Sporthink.


E' l'autrice di questo articolo: Margherita Cavaglià.


Ex-atleta di canottaggio ad alto livello, ha dimostrato sin da subito la sua passione per lo sport e le sue competenze e brillanti deduzioni in ambito di marketing sportivo.


Le auguriamo una buona permanenza in Sporthink.


Andrea Annunziata







di Margherita Cavaglià




Uno dei tanti problemi che affliggono lo sport del canottaggio è sicuramente la sua scarsa visibilità


E’ un fatto che, in un mondo nel quale è forse più importante apparire che essere, questo nostro sport non riesce a conquistarsi gli spazi necessari per acquisire una presenza, una credibilità e trovare di conseguenza nuove risorse umane e finanziarie.

Nel tentativo di raccogliere materiale in merito a questa problematica ho trovato un articolo di Fermo Reggiani pubblicato sulla rivista "IL CANOTTAGGIO" nel marzo 1951 riguardante la difficoltà del canottaggio a farsi conoscere dai media.


E’ impressionante constatare come a distanza di così tanti anni e in presenza di tecnologie e mezzi di comunicazione molto evoluti, poco sia cambiato.


Ritengo utile aprire un dibattito sul problema al quale spero vogliate partecipare numerosi, in modo che possa diventare un blog di discussione aperto a tutti ed un punto di riferimento e di incontro per atleti, appassionati, tecnici ecc...


Facendo diverse ricerche sul web ho trovato numerose informazioni sulla comunicazione e il marketing rilasciate dalla FIC e dal CONI e sembra che i buoni propositi questa volta non manchino e che le idee e i progetti siano i benvenuti!


Si prendono in considerazione tematiche interessanti come:


-il ruolo delle società e le loro possibilità di sviluppo


-il loro rapporto con la federazione


-la comunicazione interna


-la comunicazione verso il mondo esterno


-l’immagine e il ruolo del canottaggio nel mondo dello sport e della società italiana


-la risalita verso i nuovi media


-il canottaggio femminile*


-la promozione nelle scuole e l’attività giovanile*


-comunicazione e immagine*


-media, marketing e cat. Master*


-università*


-affermazione di una nuova cultura sportiva solidale ed eco compatibile


-analisi statistiche di costume e di contesto ambientale


-aggiornamento tecnologico e architettonico dell’impiantistica sportiva



*(voci completate da approfondimenti in riguardo in un prossimo intervento)



Le opportunità non mancano quindi perchè non dare più visibilità a questo sport che è composto da giovani promesse, passione, natura, sacrifici, soddisfazioni e tanti insegnamenti?


Da ex atleta della società remiera Sisport Fiat posso dire che per me i dieci anni di agonismo insieme al mio allenatore sono e resteranno grandi maestri di vita.


Vi sembra giusto che un calciatore in nazionale guadagni fior di miliardi mentre un canottiere allo stesso livello non percepisce nemmeno un quarto dello stipendio di un calciatore?


Tutto ciò perchè il calcio ha un ottima visibilità, le aziende fanno grandi investimenti in sponsorizzazioni.


Penso che un canottiere come qualunque altro atleta di sport minori per arrivare in alto ci mette la stessa passione e sicuramente si imbatte tutti i giorni in allenamenti più faticosi e quando va in trasferta o ai raduni non dorme in alberghi a 5 stelle, non va in giro con la velina e nemmeno con la macchina da 80.000 euro.


Ritengo che questi atleti innamorati dello sport, faticano per la pura soddisfazione di una bella medaglia al collo nonostante quel primo posto non gli faccia fatturare miliardi!


Sono sicura che se Sky, Mediaset o Rai iniziasse a far conoscere la storia, la passione, la disciplina di questi sport minori come il canottaggio buona parte delle persone ne rimarrebbe colpita.


Basti guardare il nuoto che fino a qualche anno fa non era seguito più di tanto e da quando ha investito sulla comunicazione come per miracolo ecco tutte le gare in televisione, ecco atleti ospiti in diverse trasmissioni sportive e non, ecco nuove aziende pronte a sponsorizzare idem per il rugby che negli ultimi anni in Italia ha fatto passi da gigante .


I buoni propositi da parte della federazione adesso ci sono, è il momento giusto per investire in una nuova politica di promozione SPORTIVA, SIGNIFICATIVA e INNOVATIVA come avviene già in Australia, Inghilterra, Francia e Nord America dove il canottaggio non è più uno sport minore.

il suicidio Enke e la gestione dei campioni


E’ notizia di pochi giorni fa della tragica morte di Robert Enke, portiere della nazionale tedesca.

La notizia triste di per sé merita un approfondimento alla luce dello sport business e del marketing in esso usato.

Infatti negli ultimi mesi sono stati molti, troppi, i decessi di giovani atleti apparentemente felici e a cui nulla (di materiale) mancava.

La domanda quindi è sempre quella: "Perché?".

L’argomento assai complesso però può essere semplificato se si va all’origine del comportamento autodistruttivo di alcuni di questi atleti.

Lo sport-spettacolo o sport-business che dir si voglia, genera stress eccessivo causato da aspettative esasperate e ingiustificate.

Si caricano persone di giovane età di responsabilità che neppure in età adulta molte persone riescono a sostenere, queste persone dal carattere fragile, non supportate da un sostegno psicologico adeguato, finiscono con lo spezzarsi come un giunco cadendo nella droga, nel doping o nel più drammatico dei casi nel suicidio.

Esempi recenti in questo ambito sono stati Pantani, Vanderbrouke e Agustin Sagasti.

Molto importante quindi è l’ambiente circostante al campione (la società sportiva, la federazione, i consulenti personali) che non devono spremere come un limone l’atleta per trarne il massimo profitto, ma accudirlo in salute e infermità per renderlo persona migliore.

Questo è il compito dello sport tutto, lo show business può massimizzare i profitti senza snaturarne la missione.

Lo sfruttamento dell’immagine quindi non deve divenire uno sfruttamento dell’atleta e della sua personale sensibilità.

27 ottobre 2009

PremierLeague: ingaggi folli portano alla crisi


PremierLeague: un nome che sembra sinonimo di organizzazione del calcio al top.
Ma è davvero così?
In realtà no, la miglior organizzazione è presso i club della Bundesliga tedesca.
Perchè dico questo?
Dal giugno 1996 all'agosto 1997 subito dopo il contratto faraonico fatto con Sky, 11 club inglesi si quotarono alla Borsa di Londra.
Oggi quella bolla pari, per certi aspetti, a quella dei titoli informatici è scoppiata, di quegl'undici nessuno è ancora nel listino principale ed alcuni hanno fatto "delisting", ovvero sono usciti dal listino (per es. Manchester United).
Azioni volte a ritornare magari in futuro ma dopo aver messo in sesto i bilanci disastrati.
Eppure gli analisti avevano prospettato interessanti ritorni economici da quel particolare tipo di azioni, il problema è che non avevano valutato la cattiva capacità di gestione dei dirigenti sportivi.
Invece di pensare alla ricchezza degli azionisti, i dirigenti pensarono di far lievitare gli ingaggi dei giocatori pur di averli al proprio servizio.
Così facendo hanno evaporato la quasi totalità delle ricchezze.
Gli inglesi infatti con le norme del fairplay finaziario rischiano, in molti casi, di non poter partecipare alle coppe europee.
Le eccezioni ci sono e sono sulle dita di una mano: Arsenal e Tottenham. STOP.
La lezione sembra compresa si attende altrettanto dalla Spagna che sembra non aver imparato la lezione inglese.

19 ottobre 2009

World Cup 2010 la tampa di Klaus Davi: ovvero il calcio non si gioca da Simona Ventura




Giorni fa (il 15 ottobre per essere precisi) ho letto un articolo sui mondiali di calcio che avrebbe fatto sorridere se l’opinioni scritte non fossero di uno dei massmediologi più in voga del momento, sto parlando di Klaus Davi.
Costui asserisce (e cito letteralmente dall’articolo) che: "Nasce, forse per la prima volta, un serio problema di comunicazione.
Potrebbe addirittura minare il sistema del calcio internazionale, che ha bisogno di questi grandi personaggi, forti testimonial, amati dal pubblico e collegati alle grandi aziende
".
Sta infatti commentando il fatto che molte nazionali con super-campioni non si siano qualificate e che quindi non giocheranno quest’estate in Sud-Africa.
Klaus Davi non ha dubbi: "Si pone un forte problema di comunicabilità del Mondiale senza gli
eroi amati dalla gente. Il calcio dovrà essere così bravo da creare nuovi eroi, storie, personaggi,
altrimenti sarà dura". Le conseguenze? "Ricadute in termini di sponsor, calo di audience, minori
investimenti con scarso appeal: ripeto, il calcio senza i suoi eroi non può stare in piedi. C’è il rischio di un Mondiale di serie B
".


Evidentemente a furia di parlare di tutto Klaus Davi non sa neppure di cosa parla.


Sono ormai anni che le grandi nazionali non presenziano o giocano male i mondiali (pensiamo al Brasile, all’Argentina o all’Inghilterra assente nel 2006) eppure tutti ricordano personaggi e squadre che prima non si aspettavano così forti (la Repubblica Ceca, le squadre africane, l’Ukraina….). Non solo il business proprio per questa espansione di entusiasmo è in crescita di fatturato e praticanti ovunque sul pianeta.


Davi si è dimenticato di un fatto: lo sport crea e fagocita i suoi campioni a ritmo continuo.

Gli esempi sono infiniti e sono presenti in tutti gli sport, Davi fa un errore d’approccio notevole ed elementare, guarda al mondiale come al luogo dell’apparire campione mentre il mondiale sarà la massima espressione dell’essere atleta così come lo sono le olimpiadi per gli altri sport.
Ha quindi perfettamente ragione Battista Servegnini a dire: "Gli stadi in Sudafrica saranno comunque pieni, con o senza Cristiano Ronaldo in campo, e la pubblicità non subirà contraccolpi. L’interesse per il fenomeno World Cup sarà superiore rispetto alla forza pubblicitaria di un singolo calciatore. Vedrete, magari un inaspettato derby tra le tante squadre africane, o tra le due Coree, attirerà molto più interesse di quanto si possa oggi immaginare".

12 ottobre 2009

Juventus: un vero affare


Analizzando i dati economici del calcio italiano, si nota una inversione di tendenza nella gestione e nella spesa di alcuni club che, in modo previdente, stanno applicando un tutto o in parte le regole di "fairplay finanziario" volute da Platini.
Tra le italiane spiccano la Lazio e la Juventus.
La prima ha trovato un equilibrio medio alto, la seconda punta a ritornare vincente con una gestione che porti agli utili e non a spaventosi passivi che hanno caratterizzato la gestione delle due milanesi Inter in particolar modo.
La cosa interessante nel bilancio bianconero è il fatto di essere arrivato ad un utile di 6.6 milioni di Euro aumentando tutte le voci di ricavi.
L'attivo tuttavia risulta al momento ancora dipendente dall'andamento della squadra nelle coppe europee e per l'anno prossimo l'incognita sarà la gestione collettiva dei diritti Tv.
Tuttavia risulta assai interessante in quanto a breve sorgerà lo stadio di proprietà, unico in Italia,
e ciò dovrebbe variegare e aumentare i ricavi in entrata.
La speranza è che l'esperienza inglese (di cui parlerò nel prossimo post) abbia insegnato qualcosa.

22 settembre 2009

Abbonamenti allo stadio l'analisi della "Gazzetta dello Sport"


MILANO, 22 settembre 2009 -

La crisi sommata all'effetto Kakà dà un unico risultato: 25.984. Non numeri a caso: è il profondo rosso della campagna abbonamenti del Milan, la peggiore del ventennio berlusconiano. L’altra metà di Milano vince invece il premio fedeltà. L’Inter, con oltre 40.000 tessere (la campagna è ancora in corso), è il primo club in Italia per numero di abbonati. Uno sguardo dall’alto: in serie A sono 335.435 i tifosi che hanno sottoscritto abbonamenti, qualcuno in più rispetto al 2007-08 (erano 330.697), 15.000 in meno rispetto alla scorsa stagione. Quelli che mancano al Milan.


Prima di tutto i numeri. Il Milan ha chiuso con 25.984 abbonati. Lo scorso anno le tessere erano 41.606, due anni prima 42.179. Mettendo allo specchio le ultime due stagioni, il crollo è verticale: all’appello mancano 15.622 abbonati (una curva!), il 38% in meno. Mai il cassiere del Milan nei 25 anni di gestione di Silvio Berlusconi si era trovato ad affrontare un periodo di tale austerity. Solo tre volte gli abbonati erano scesi sotto i 40.000: 36.624 nel 1985-86, 37.297 nel 2006-07, 39.489 nel 1998-99. E forse sarebbe meglio non ricordare che appena la scorsa stagione il Milan vantava il primato in serie A per numero di abbonati. La storia sono loro. Già, i tifosi.


Altro che Inter di Mourinho. Questa è un Inter alla Dino Risi. Sorpasso: i nerazzurri, che ancora devono chiudere la campagna, balzano dal secondo posto alla vetta del ranking di abbonati. I numeri sono identici allo scorso anno: poco più di 40.000 tessere, come per la stagione 2008-09, qualche migliaio in più rispetto al 2007-08. A tutta velocità corre anche la Juventus di Ciro Ferrara: la campagna (chiusa) ha fatto segnare un +5,4 percento sullo scorso anno. Oggi le tessere sono 18.712, ieri erano 17.700, due stagioni fa 17.250. Fiducia


Genova-Sampdoria e Roma-Lazio. Sorride Lotito: il derby della Capitale è stavolta tutto suo. Non gli era mai successo e, a dire il vero, nella storia vi era stato un unico precedente: la Lazio fece meglio della Roma solo nel 2003, con sconti fino al 30% e una serie di promozioni, per chiudere a 41.286. Quell’estate la Roma si fermò a 36.676. La storia si ripete: la Lazio ha 26.500 abbonati (+12,5% sul 2008-09), la Roma si è fermata a 25mila (-4%). A Genova non c’è nessun amico fragile, anzi due club che vanno a gonfie e vele. Meglio il Genoa, +14%, 24.200 tessere (erano 20.800 nel 2008-09, 21.675 l’anno prima); la Sampdoria ha un + 3,45% (20.402 abbonati, 19.700 nel 2008-09, 18.259 nel 2007-08).


Fiorentina e Napoli su tutti. I viola fanno registrare un calo del 24%: dai 25.100 della scorsa stagione, ai 20.258 di oggi. E’ il primo stop dopo 5 anni di rialzi. “I tifosi hanno preferito il mini abbonamento alla Champions – spiegano dall’ufficio stampa del club -. I lavori di ristrutturazione dello stadio poi hanno peggiorato la visibilità in alcuni settori, come la Maratona, dove registriamo i cali maggiori”. Di spiegazioni è davvero difficile trovarne a Napoli, dove gli investimenti del presidente De Laurentiis non hanno sollevato entusiasmi: solo 17.000 tessere (-17 % sul 2008-09), e campagna prolungata fino ai primi di ottobre. A Palermo -2,4%


In provincia invece il calcio non passa mai di moda. Le neopromosse, come spesso accade, hanno fatto il pieno: Bari +52,2%, Parma +27,8% (la campagna chiude giovedì), Livorno +16%. Rialzi anche a Bergamo (+5,98%), a Cagliari (+10%), a Siena (+7,93%) e a Udine (+9,96%). A Verona, naturalmente sponda Chievo, e a Bologna, flessione del 15%.





1 settembre 2009

Ippica: un mondo in declino e la possibile via di uscita


Il mondo dei cavalli, specie in italia, è un mondo in crisi con la perenne mancanza di denaro.
Da cosa deriva tutto ciò?
Negli ultimi 20 anni ci sono stati sostanzialmente 2 eventi che ne stanno decretando una lunga agonia e sono:
- la perdita di valore del totip e delle scommesse sulle corse a vantaggio delle scommesse sul calcio e del superenalotto
- la fama di mondo poco pulito e molto losco
Capite bene che le premesse non sono affatto buone, sarebbe necessario ripulire il mondo dei cavalli da figure poco raccomandabili ammettendo alle corse solo scuderie i cui proprietari risultino incensurati o senza giudizi pendenti/passati in giudicato riguardanti determinati ambiti e ovviamente enfatizzarne la comunicazione a riguardo.
Un mondo pulito attirerebbe nuovi finaziamenti di ogni genere e tipo.
Purtroppo questo non viene fatto e a rimetterci è l'ippica nel suo complesso, un pallone gonfiato troppo in passato e che ora rischia di sgonfiarsi o scoppiare.

24 agosto 2009

Economia e Sport una crisi di nascite

Ieri sono finiti i mondiali di atletica 2009, l'Italia ha raggiunto il fondo con uno zero sul medagliere.
Il presidente Arese ha affermato che si deve ripartire dalle scuole e dagli extracomunitari e ciò porta ad una analisi socio-economica assai profonda.
L'economia è in crisi per una diminuzione della domanda, l'offerta di beni non diminuisce in modo significativo (semplifico notevolmente).
Nello sport l'offerta resta costante, le federazioni non possono scomparire e quindi non varia ciò porta a ad avere una variazione significativa solo sulla domanda (i bambini fanno sport poi si stufano e cambiano o crescono e smettono).
Ergo il problema è un problema di domanda.
la FIDAL ha un problema comune a tutte le federazioni, ma è un problema dell'economia: mancano bambini che influenzano notevolmente l'economia, tutto ciò è colpa di una campagna pluridecennale a favore degli aborti.
La crisi di nascite ha portato alla crisi dei consumi e, nello sport, alla mancanza di atleti ed a guardare agli immigrati.

15 luglio 2009

Ministero della Gioventù e lo sperpero di fondi per lo sport



Questa volta vorrei riflettere sui finanziamenti del ministero della gioventù e sulla loro gestione.
Dovete sapere che circa 1 anno e mezzo fa fu indetto un bando per i giovani e lo sport e che solo dall’8 luglio scorso sono finalmente usciti i risultati, dopo che pratiche erano state perse e poi ritrovate e altre amenità simili.

Quello che però fa sconcerto è il risultato.

Su 170 progetti ne sono stati approvati 46; il vero problema è che di questi 46 ben 21 progetti non sono di associazioni sportive o direttamente collegabili allo sport (per esempio gli oratori).
In pratica fondi che avrebbero dato ossigeno ad un associazionismo sportivo sempre più alle strette vista la scarsità di sponsor aziendali vengono "gabbati" da altre associazioni di cui qui non si discute la bontà di operato e del progetto.

Analizzando nello specifico oltre ai 21 casi sopra citati scopriamo che:
il CSI ha ottenuto ben 4 finaziamenti grazie a progetti di sezioni tra essere separate ed autonome,
3 sono i progetti direttamente legati al calcio, così come progetti presentati da sezioni UISP,
2 progetti sono legati ad oratori,
un solo progetto approvato per sport come il basket, il volley, l’atletica, il baseball, lotta greco-romana o istituzioni come ARCI, Libertas, ASI, ACLI, PGS.
Curioso notare anche il finanziamento di un sito web di natura localistica e non espresamente sportivo.

Quello che si vuole far notare è che in questo caso non viene richiesta una comprovata esperienza sul campo, si pensa che lo sport non abbia bisogno di professionalità e che le tematiche basta che siano buone per fare bene, dimenticandosi che più professionale è la gestione migliore è il risultato (sul campo e a livello di comunicazione e marketing).

Soldi, insomma, spesi male sia per aver finanziato con fondi stanziati per lo sport, associazioni non dedicate a tale attività, sia perché in alcuni casi non si è finanziata una attività duratura ma l’evento che dura pochi giorni ed è facile da dimenticare.

PS: per pura completezza aggiungo che i progetti suddivisi per appartenenza a macro aree (Nord, Centro, Sud) sono così sudduvuse: 11 progetti Nord, 18 progetti Centro(di cui 9 su Roma), 17 progetti Sud

29 giugno 2009

Dati SIAE 2008 e tendenza nello sport


In un articolo pubblicato su "Italia Oggi" venerdì 26 giugno,
vengono resi noti i dati della SIAE "Annuario 2008" sugli spettacoli e sono dati molto interessanti.
La spesa italiana è per la prima volta in calo complessivo (- 6,9%) nonostante un'aumento dell'offerta di spettacoli (+6,53%).
A perdere sono stati il cinema (-4,6%), il teatro (-10,9%), ballo (-6%).
A salire invece i concerti di musica leggera (+8,6%), mostre (+1%) e lo sport (+2,9%).
Lo sport sembra andare quindi oltre la crisi, ma i dati sono contrastanti, infatti se è vero che sale il numero di ingressi, diminuisce la spesa del pubblico (-8,3%), ma ad aumentare è il volume d'affari (10,4%) che dimostra l'interesse di aziende sul settore.
A essere premiati, quindi, gli eventi di qualità.
La tendenza da seguire è in queste poche righe, più accuratezza nella gestione degli eventi/partite, miglior campagna stampa e ritorno media.
Solo così un pubblico selettivo potrà essere conquistato.

26 maggio 2009

da Repubblica affari e finanza


Stadi: tra calcio e mattone un matrimonio di interesse

LA SQUADRA BIANCONERA, TUTTI GLI ALTRI PROGETTI SEGNANO IL PASSO E SEMBRANO SUSCITARE GLI INTERESSI SOPRATTUTTO DI COSTRUTTORI E IMMOBILIARISTI SPORT & AFFARI

Decadenti, inospitali, brutti, poco adatti al calcio, praticamente gabbie per tifosi. Dove il calcio si vede e si vive male. In meno di venti anni il patrimonio degli stadi italiani è degradato e diventato inadatto per il football moderno che richiede ormai stadi salotto, infrastrutture all’avanguardia e telecamere ovunque. Sette anni per rifare tutti o quasi gli stadi in Italia, almeno i principali. Entro l’anno, forse anche prima, dovrebbe essere approvata una legge che faciliti l’edificazione dei nuovi impianti. Nel 2016 infatti l’Italia vorrebbe organizzare i campionati europei, esibendo i suoi nuovi stadi. Solo parole? Saranno mai all’altezza dell’Emirates Stadium dell’Arsenal a Londra o della Allianz Arena del Bayern a Monaco? Sponsorizzatissime astronavi di vetro, acciaio, cemento e luci, piene di moderni shop del club, ristoranti, bar, centri commerciali, centri convegni, musei dei club, e utilizzabili anche per concerti e convention varie? Stadi dove la partita sembra quasi di giocarla. E quando l’allenatore si alza in piedi – capita ad esempio allo Stamford Bridge del Chelsea – dà fastidio agli spettatori che sono subito dietro.In Italia la Juve ha anticipato i tempi, nel luglio 2011 inaugurerà un nuovo stadio Delle Alpi che si chiamerà anche questo col nome di uno sponsor, essendo l’operazione di "naming right" in proposito è stato sottoscritto un contratto con la società Sportfive la più praticata per recuperare almeno parte degli investimenti necessari alla costruzione. Qualcosa si sta muovendo anche nella capitale con Lazio e Roma. Le uniche tre società quotate in Borsa in Italia essendo il calcio, per natura, attività aleatoria sono quelle che più risentono della mancanza di un asset stabile che garantisca loro una solidità finanziaria di base. Ma a Roma, diciamolo chiaro, sono rimasti per ora alle chiacchiere. In altre città vedi Firenze, Palermo, Genova, Cagliari troviamo progetti già in fase avanzata, ma alcuni di questi sono stati bloccati per i più disparati motivi: non ultimo perfino inchieste giudiziare.Si parla di nuovo stadio anche a Milano. Si vagheggia soprattutto di una nuova casa dell’Inter tra Pero e Rho: 400 milioni di investimento per esibire il futuro complesso nerazzurro durante l’Expo 2015. Ma di concreto poco. Il Meazza di San Siro, rara eccezione in Italia, è uno degli stadi più belli al mondo, ed è dura lasciarlo. Il Milan preferirebbe, in un eventuale futuro, gestirlo in proprio. Ma intanto l’emiro del Dubai Al Maktoum, che dicono pronto a entrare in società con 500 milioni, sarebbe interessato proprio alla costruzione di un futuribile Stadio Milan. A Torino comunque si sono anticipati i tempi. Si è già finito di demolire il "vecchio" Delle Alpi (in realtà inaugurato nel ‘90 per i mondiali) e tra poco si comincerà a costruire. Impianto medio piccolo, estremamente raccolto, l’idea è quella di andare alla partita quasi come al teatro, di creare cioè un rapporto molto stretto col match. Le file più vicine di spettatori si ritroveranno a 7,5 metri dal bordocampo. Talmente vicini che le panchine delle squadre, sul modello inglese, saranno inglobate nelle prime file di spettatori. Allo stesso tempo il tifoso più lontano si ritroverà a 27 metri dal campo, distanza cui si trovava lo spettatore più vicino nel vecchio Delle Alpi. La Juve, cui sondaggi della stessa società attribuiscono 12 milioni di tifosi in Italia e ben 170 nel mondo, ha scelto uno stadio di appena 41.000 posti, con 62 palchi per i tifosi più abbienti. Quasi una scelta di esclusività, un segno stretto di vicinanza tra spettatore e squadra, dopo i quasi 70.000 posti lasciati troppo spesso vuoti nel vecchio impianto.La Juve ha appaltato alle ditte Rosso, Gilardi, Consfer e Morganti i lavori per la ricostruzione. Lo stadio ecologico, per le tecniche di costruzione e soprattutto per il riutilizzo dei congregati della demolizione, totalmente praticabile anche per i portatori di handicap, e ad alta sicurezza (sarà evacuabile in 4 minuti) comporterà un esborso di 105 milioni relativamente basso. Solitamente per un impianto da grande club si parla di almeno il triplo. La società nel 2003 comprò dal comune di Torino per 24 milioni il diritto di superficie sull’area dello stadio per i successivi 99 anni. Da lì cominciò il cammino per realizzare, primo grande club in Italia, un moderno stadio di proprietà. Il progetto degli architetti Suarez e Zavanella è stato integrato dal contributo in design degli studi Giugiaro e Pininfarina, proprio per dare l’idea di un posto fuori dell’ordinario. I modelli della copertura dello stadio, leggera e trasparente, sono stati studiati alla galleria del vento. Previsto ovviamente il museo della Juve con la sala trofei, lo shop ufficiale, e un centro commerciale Conad vicino allo stadio, all’interno di una totale rivisitazione del quartiere intorno.La Juve dispone di studi secondo cui un nuovo impianto, nell’esperienza della Premier League, permette un 51% di incremento di presenze, e un 66% di aumento dei ricavi negli anni subito successivi. Lo stadio è la base del business calcio, altrimenti a rischio.A Roma, si diceva, non si è nemmeno cominciato. Entro il 10 maggio il sindaco Alemanno, che in campagna elettorale si era impegnato molto sui nuovi stadi di proprietà di Roma e Lazio, necessari per il rilancio dei club ad alto livello, aspettava la presentazione dei progetti. Ma non è mai arrivato nulla. Il presidente della Lazio Lotito dispone però di un progetto "Stadio delle Aquile", sulla Tiberina, a Nord di Roma, il cui presunto investimento totale, da lui stesso annunciato, è di ben 800 milioni. Struttura da 55mila posti, all’interno di un grande centro sportivo polifunzionale, con piscina, campi per tutti gli sport e immenso parcheggio. Uno stadio, sempre secondo quanto dichiarato da Lotito, pronto entro il 2012 e raggiungibile via autostrada, ferrovia e perfino via fiume. Ma la stessa cifra dichiarata denuncia forse che siamo praticamente davanti a una specie di quartiere Lazio, ben più di stadio e centro sportivo. Motivo per cui la precedente giunta Veltroni l’aveva bocciato. Ora la palla è ad Alemanno.Sia per la Lazio che per la Roma si parla comunque di stadi lontani dall’attuale collocazione in centro dell’Olimpico, impianto a 5 stelle, assolutamente non l’ideale per il calcio, ma in ogni caso bellissimo. Tant’è vero che ospita la finale di Champions League. Il segreto del successo degli stadi di Londra è la loro collocazione nel centro e la facile raggiungibilità via metropolitana. I due club romani invece, ben decisi ad abbandonare lo stadio del Coni, saranno costretti ad allontanarsi dal cuore della città.La Roma, bloccata sul fronte societario, con i Sensi in difficoltà e fortemente dubbiosi se accettare le offerte dei tanti acquirenti (la cordata tedesca dell’agente Fioranelli e l’industriale farmaceutico Angelini), dice di lavorare duramente al progetto stadio, ma siamo fermi alle parole. Dopo le ipotesi della Magliana, sulla direttrice dell’aeroporto di Fiumicino, la zona Centrale del Latte, lontano dal cuore della città tifosa, la Massimina sulla via Aurelia, ecco spuntare forse una candidatura più seria per Tor di Valle, zona dell’ippodromo del trotto. Noto anche per il filmcult "Febbre da Cavallo".Si ipotizzano investimenti da 250300 milioni, che non si sa come la Roma possa trovare nell’attuale condizione. Ma uno stadio della Roma, e anche della Lazio perché no, chiaramente solleva l’attenzione dei costruttori romani. Massimo Mezzaroma ha parlato di un "affiancamento alla società di un pool di costruttori per costruire lo stadio, senza pretendere guadagni eccezionali, anzi". Un specie di tributo al tifo per la Roma, insomma. Pure Edoardo Caltagirone mostra interesse per uno stadio giallorosso all’inglese. Serve un’area di circa 40 ettari per un impianto da 50.000 posti. Anche se il candidato acquirente Angelini vorrebbe invece un altro mega stadio da 7080mila spettatori. Fuori dalla realtà del calcio italiano di oggi.

14 maggio 2009

Lettera da me scritta e pubblicata su RACE SKI MAGAZINE di Aprile


Gentilissimo Dott.Giaccone,

Le scrivo dopo aver letto con attenzione l'articolo finale di "race

skimagazine" n°104 anzi, con molta attenzione e mi verrebbe da dire nulla di nuovo nell'AOC.

Il problema vero però è che di possibilità l'AOC almeno una l'ha avuta durante l'anno quella da me proposta direttamente, riguardo ai finanziamenti che la comunità europea elargisce generosamente a chi crea progetti degni di interesse (anche in ambito sportivo) . Ebbene a dicembre io feci presente tale possibilità, ma ad oggi ho solo avuto un cordiale colloquio con la segreteria che mi dice che non ha ricevuto risposta da chi di dovere. Credo sia dovereso riflettere su ciò dato che parliamo di un comitato che, stando a quanto dite anche voi, è in crisi economica. Il problema vero però non è il comitato, ma la filosofia dilagante (con rare eccezzioni) che professionalità (come la mia) che vogliano realmente aiutare lo sport cercando di ottenere denaro pubblico con azioni di marketing e comunicazione non siano degne d'attenzione, salvo però così favorire altre federazioni o società sportive che decidono di dare credito spesso restando soddisfatte dei benefici ottenuti. La mia mail vuole solo essere uno spunto di riflessione per tutto il movimento, perchè la professionalità interna od esterna è il punto di partenza per il domani (anche Giorgio Rocca lo afferma a pag.35)

cordialmente

Andrea Annunziata


27 aprile 2009

Lo sport sa comunicare anche disvalori


Quando lo sport comincia a comunicare male ecco che da veicolo di valori si trasforma in veicolo di disvalori.

Ultimamente anche nello sport dilettantistico l'emulazione della filosofia del "vincere ad ogni costo" sta diventando la causa del doping dilagante anche tra gli amatori.

Lo sport si dimostra un veicolo vincete, ma vale la pena veicolare certi messaggi?
Di seguito la notizia riposrtata su ADNKronos
Roma, 25 apr. - (Adnkronos) - Lo spettro del doping si allunga sugli sport amatoriali, secondi i dati della Commissione ministeriale per la vigilanza e il controllo del doping relativi al 2008. Le cifre sono state anticipate al convegno dell'Unione sportiva Acli sulla prevenzione antidoping. Su circa 860 controlli effettuati nel 2008, il numero di atleti "dilettanti" positivi e' pari al 3,9%. Un dato particolarmente allarmante se si pensa che tra gli atleti professionisti la percentuale di positivita' e' intorno all'1%. Ciclismo, body building e boxe gli sport piu' "positivi". Ormoni, steroidi e anabolizzanti le sostanze piu' rintracciate, ma anche cannabis.
A fornire i dati e' stato Piergiorgio Zuccaro, il direttore dell'Osservatorio Fumo, alcol e droga dell'Istituto superiore della Sanita' che ha presentato contestualmente il "Kit formativo-informativo per gli sportivi e per le scuole", realizzato in collaborazione con il ministero del Lavoro e della Salute e delle politiche sociali.I dati definitivi sui controlli del 2008, suddivisi per sport e sostanze dopanti, verranno resi noti a breve dalla Commissione ministeriale. Sandro Donati, membro della Commissione, ha dichiarato: ''Il dato finora riscontrato, 3,9%, e' preoccupante se messo a confronto con la percentuale di positivita' dell'1% che viene registrata nei controlli del sistema sportivo professionistico''.''Certo - ha aggiunto - i professionisti sono piu' 'abili' ad evitare la positivita', potendo contare su strutture mediche e laboratoristiche che consentono di assumere farmici senza risultare positivi ai controlli. Ma questo in parte e' possibile anche agli atleti dilettanti. Anche per gli sport amatoriali le analisi antidoping sono poco efficaci. La percentuale realistica di positivita' al doping e' senz'altro piu' alta, forse anche doppia''.Per il presidente dell'Unione sportiva Acli, Alfredo Cucciniello ''siamo di fronte ad autentica emergenza sociale, educativa e sanitaria. Il problema e' l'approccio culturale con cui c si avvicina allo sport, soprattutto da parte dei giovani. Se la cultura dominante e' quella del successo, e' evidente che anche lo sport di base non e' esente da rischi''. ''Deve essere incentivata -ha detto- l'azione preventiva e formativa soprattutto di quelle organizzazioni che promuovono lo sport come valore sociale, aggregativo, di promozione umana''.

23 aprile 2009

Psicologia della comunicazione: vale anche per lo sport....


Poiché soltanto metà del messaggio sta in ciò che si trasmette, e l'altra metà sta nel destinatario e nei suoi mezzi di decodificazione,il divulgatore deve anche conoscere alcune regole psicologiche.
La scelta delle parole e la loro disposizione vanno calibrate sul destinatario.
Lo psicologo Matteo Rampin ce ne dà un esempio illuminante:'Un novizio chiese al priore:"Padre, posso fumare mentre prego?", e venne severamente redarguito.Un secondo novizio chiese:"Padre, posso pregare mentre fumo?",e fu lodato per la sua devozione".
Il discorso sarebbe lungo.
Un'ottima sintesi ce la offre lo psicologo sociale australiano Hugh Mackay nel suo Why Don't People Listen? del 1994.Potremmo definirle le 10 leggi psicologiche della comunicazione:
1. Il nostro successo come comunicatori non dipende da quello che il messaggio fa al pubblico, ma da cosa il pubblico farà col nostro messaggio.
2. Il lettore di solito interpreta i messaggi in un modo che lo faccia sentire più sicuro.
3. Quando si attaccano frontalmente gli atteggiamenti delle persone, esse tendono a difenderli e quindi a rinforzarli.
4. Le persone prestano più attenzione ai messaggi che toccano loro o le loro opinioni.
5. Le persone che non si sentono sicure in un rapporto non sono buoni ascoltatori
6. E'più probabile che le persone ti ascoltino se anche tu ascolti loro.
7. Le persone tendono a cambiare più facilmente in risposta a una nuova esperienza affiancata da una comunicazione che in risposta alla sola comunicazione
8. E' più probabile che le persone siano a favore di un cambiamento se vengono consultate prima che quel cambiamento avvenga.
9. Il messaggio racchiuso nelle parole sarà interpretato alla luce di come,quando, dove e da chi esse vengono pronunciate.
10. La mancanza di consapevolezza di se stessi e la mancata risoluzione dei propri conflitti rende più difficile comunicare con gli altri.
Sono regole utili anche in contesti diversi, per esempio nei rapporti di coppia e nelle riunioni di condominio e quindi vale la pensa di impararle.
Ma richiedono una postilla: con i fondamentalisti, cioè con chi è convinto di possedere una verità assoluta, sia essa religiosa o ideologica, non c'è psicologia né abilità comunicativa che possa fare breccia.
E una postilla alla postilla: dobbiamo riuscire a comunicare anche con loro (non 'a' loro)".

18 aprile 2009

F1 tra scelte vinceti e giudizi perdenti


Ci siamo. Sono orami 2 le gare di F1 ormai finite e le polemiche non si sono fatte attendere.
In questo post vorrei far notare come a volte gli sport tendano ad essere autolesionisti.
Infatti se l'idea delle regole nuove era quello di aumentare lo spettacolo e ridurre i costi i risultati su pista fino ad oggi hanno dato più credibilità al circus e ai suoi propositi.
Però abbiamo ora una decisione assai politica che reputa regolare l'interpretazione delle regole di progettazione alquanto azzardata e borderline.
A togliere ulteriore credibilità il fatto che il team Brawn F1 veda come direttore colui che ha scritto le regole in pratica conoscendole prima degli altri, un vero e proprio insider trading del regolamento.
Cosa ci insegna tutto questo?
Che chi scrive le regole deve essere al di fuori della competizione e tale deve restare per almeno altri 2 anni.
Che nello sport a qualunque livello le lotte di potere fanno perdere credibilità a tutto il movimento deligittimandolo davanti al proprio pubblico o potenziale tale.

7 aprile 2009

terremoto d'Abruzzo: sporthink si unisce al cordoglio nazionale


ultimo aggiornamento: 07 aprile, ore 00:01
L'Aquila, 6 apr. (Adnkronos) - Risulta ancora disperso Lorenzo Sebastiani, il giovane pilone dell'Aquila Rugby, di cui non si hanno notizie. Della giovane promessa della palla ovale italiana mancano informazioni da ore. Il responsabile tecnico dell'Aquila Rugby, Massimo Mascioletti ha spiegato che "non abbiamo ancora notizie certe. Non sappiamo neanche se è crollata o meno casa sua. Stiamo vivendo delle brutte ore". Il giocatore quest'anno, in A/2, è stato titolare in molte occasioni; proprio Massimo Mascioletti aveva deciso di puntare su di lui.

una notizia tra le tante. per dire che Sporthink è con il pensiero tra coloro che oggi patiscono gli effetti del terremoto abruzzese.

25 marzo 2009

SPONSOR: IMPARARE I TEMPI GIUSTI



Sono ormai anni che lavoro in questo ambito e noto che è prassi muoversi per la ricerca sponsor con tempistiche non consone ad ottenere risposte affermative.
I tempi di vacche magre poi acuiscono ancora di più la crisi di sponsorship.

Ma quando muoversi?

Bisogna tenere conto che le aziende ci mettono di media 3 mesi per rispondere, e che in questi mesi vanno fatte telefonate periodiche per tenere sul chi vive l'azienda e ottenere una risposta(salvo accordi differenti con la persona incaricata in azienda delle sponsorizzazioni).

Poi vi sono tempi ancora più corretti come la chiusura dei bilanci o l'impostazione del budget per l'anno futuro che sono certamente momenti ancora più favorevoli.

4 marzo 2009

Calcio italiano: 3 modi di comunicare

La polemica sollevata per l'ennesima volta dal Mourinho, allenatore dell'Inter F.C., mi ha fatto venire voglia di analizzare la comunicazione nel calcio italiano ed è interessante che le 3 società più importanti d'Italia abbiano trovato modo di diversificarsi. Vediamo come:

INTER: prima di iniziare il ciclo vincente in ambito nazionale, erano considerati i borntoloni e frustrati del calcio italiano. Le mappe psico-comunicative identificavano questa società con la depressione. Ora è cambiata solamente la mappa psico-comunicativa che identifica l'Inter con l'aggressività. La società sembra trovarsi a suo agio in tale ambito e l'appoggio incondizionato all'allenatore anche in casi come questo ne è la prova.

MILAN:è in tutto è per tutto il Real Madrid d'Italia e in questo forse c'è lo zampino di ADIDAS. Per aumentare visibilità prende giocatori che oltre che fenomeni del calcio siano veri e propri marketing-man. Ecco quindi un modo per fare cassa, Ronaldhino, Kakà e Beckham tanto per citarne tre. Un modo di comunicare a livello internazionale per aumentare gli introiti del merchandise.

JUVENTUS:quella che avrebbe dovuto avere problemi a cancellare il recente passato è riuscita brillantemente nel suo intento. Ha ricostruito un immagine empatica e signorile tornando alle origini dello "stile Juventus", lo stesso allenatore Ranieri e la bandiera DelPiero sono simbolo di questa scelta di stile che sembra davvero vincente.

Quello che mi chiedo è, quanto la cultura del sospetto vogliamo faccia parte del nostro calcio? Si parla di etica e fairplay, ma se le società scelgono come stile proprio l'aggressività contro gli altri competitors, il sospetto e la lagna non potremmo mai lamentarci dei motorini che rotolonano in curva.

24 febbraio 2009



A VOLTE CI SI DIMENTICA CHE GLI ATLETI SONO DELLE PERSONE COME TUTTI NOI, QUESTO ARTICOLO DI CARLO GOBBO CE LO RICORDA BENE! (tratto da http://www.fantaski.it/home/leggonews.asp?id=5184)

"Bode Miller è diventato papà! Credo abbia fatto un velocissimo viaggio per assistere alla nascita...!" Questa era stata la straordinaria confidenza che, nella passata stagione , mi aveva fatta una cara collega svizzera, molto esperta e stimata dagli atleti. "Non si può dire NULLA, sarà Bode a decidere come e quando darne notizia..." In quei giorni la Coppa disputava le preolimpiche a Whistler Mountain, e nel supergigante il neo daddy, dopo aver fatto alcuni numeri di grande fisicità, si era fermato a metà percorso. "Forse per una contrattura addominale", dissi in telecronaca...! Anche nel successivo gigante sciò "alla Miller" fino a metà della seconda manche, poi usò la testa ...Aveva la coppa del mondo nel mirino...! Nelle successive prove di Kvitfjell ritrovò tutta la sua freddezza agonistica, con una vittoria ed un secondo posto in discesa ed un secondo posto in supergigante...! Non è stato facile non parlarne, ma mi ero impegnato a farlo...Nella vita impieghi tutta una esistenza per costruirti una credibilità,...basta un attimo per perderla...!! Tanti particolari importanti, che servono per dare interesse alle telecronache, si raccolgono così, con la serietà ed il rispetto delle persone...
Vorrei parlare di Didier Cuche, un ragazzo solido, educato, un atleta che pare studiato a tavolino per proporre ai giovani un modello agonistico più sobrio, più vero, più adatto ai tempi che ci avvolgono. Ha rivinto una gara di gigante, dopo aver conseguito fantastici risultati ai recenti mondiali della Val d'Isère, ogni volta la sua felicità è contenuta, composta (unica eccezione,le sue piroette con lo sci destro...), ed ogni volta ti ritrovi in piedi, ad applaudirlo, come se avesse vinto una persona di casa, quasi avessimo nostalgia ed il bisogno di una certa idea di Italia...
Siamo quasi a fine stagione e, tra le segrete stanze, si fanno già i primi bilanci...Si sentono sussurri su "arrivi" di allenatori stranieri, in grado di "dare sferzate" in chiave olimpica!!! Mah !!! Siamo poi sicuri che un certo rendimento agonistico dipenda dai tecnici? Non molti anni fa si richiamarono dalla Francia, Severino Bottero e Stefano Dalmasso, Seve (ti mando una carezza, caro amico) cercò di programmare un lavoro (ma non ebbe l'indispensabile collaborazione degli atleti e dei responsabili), Steu...non ebbe sorte migliore! In Francia, Dalmasso aveva portato Vidal e Amiez verso l'oro e l'argento olimpico di Salt Lake City , Bottero aveva plasmato Covili per la conquista della coppa di Gigante, sarebbe salito sul podio anche lui ai Giochi del 2002...era il favorito per l'oro...ma ci fu un fatto molto triste...suo fratello più giovane Manuel era molto malato, voleva fargli una sorpresa e volò nello Utah per sostenerlo...patì tantissimo il volo e quando giunse a Salt Lake City fu ricoverato all'ospedale, in pericolo di vita...In tutti quei giorni Covili confidò la sua pena solo a Bottero e la sua gara olimpica fu fatta per onor di firma...!!! Sono uscito un po' dal seminato solo per ricordare il valore dei nostri due tecnici, allora "stranieri" e come furono trattati! Penso che la soluzione di tanti problemi vada ricercata "all'interno" e non al di là delle Alpi!
Lindsey Kildow Vonn ha superato Tamara Mc Kinney nelle vittorie di coppa, brava, ma, numeri a parte Lindsey sarà davvero una campionessa completa quando vincerà in gigante (Tamara ne vinse 9) specialità principe dello sci! Bravo Innerhofer, stagione stupenda! Adesso arriva il DIFFICILE, presto troverà frotte di consiglieri, amici, maghi, spero rimanga con i piedi per terra!
Grazie a Candido Cannavò per tutti i meravigliosi poemi che ha scritto sullo sci e sui suoi protagonisti...un giorno al Sestriere, durante uno slalom della Gazzetta, mi diede preziosi consigli che ho sempre seguito...! Grazie e buon cammino...!

19 febbraio 2009

LIONE LA CRISI E' ALTROVE



Il Lione non vinceva in casa da novembre. Ieri, sono arrivati finalmente i tre punti facili contro il Le Havre, ultimo (3-1). I campioni di Francia mantengono a distanza il Psg e possono preparare al meglio gli impegni di Champions della prossima settimana (c'è il Barcellona in arrivo). I problemi ora sono puramente finanziari. Se i conti sono in regola, il titolo è crollato in borsa. In due anni, l'azione dell'unico club francese quotato sui mercati è crollata del 66%, passato da 24 euro a meno di otto. Non basta. Nell'ultimo trimestre del 2008 le vendite dei prodotti derivati (magliette etc) sono crollate del 30%. E come se non bastasse, l'autorizzazione per la costruzione del nuovo stadio da 60mila posti che dovrebbe diversificare le fonti di incasso (in media i diritti tv costituiscono il 58% degli introiti dei club di Ligue 1) tardano per colpa di lotte politiche. Aulas spera che la candidatura della Francia all'Euro 2016 possa sbloccare la situazione. Ma per il momento resta tutto fermo.

a.g. (foto sito Ol)

articolo preso da http://calciofrancese.gazzetta.it/

14 febbraio 2009

T-Mobile e la promozione di Federazioni minori


Vorrei parlavi oggi della pubblicità di cui vedete il video qui sopra perchè in U.k. ha fatto venire voglia di ballare a molti ed è divenuto uno spot per la federazione ballo inglese.
La T-Mobile infatti dopo aver fatto lo spot ha anche fatto un dietro le quinte per imparare i passi, il modo avvincente per trovare emulatori ovunque ed avvicinare al ballo giovani di tutte le età.
A quando uno spot sarà avvincente e prmozionale per una federazione italiana?

9 febbraio 2009

Personale quanto mi costi!!


"Alle Pacific Series di Auckland, in sole 10 settimane e con appena mezzo milione di euro di budget, l'equipaggio guidato da Vascotto è riuscito a surclassare Luna Rossa(...)"
Così si legge oggi sul sito web della Gazzetta dello sport, la caduta di un mito velico che ci aiuta a fare una riflessione importante: il budget può essere la scusa per prestazioni scadenti o non all'altezza delle aspettative?
La risposta è del tutto personale ma in momenti di crisi finanziaria è evidente che bisogna saper spendere e ottimizzare quelli che sono i centri di costo della nostra attività sportiva.
Così i costi del personale diventano un costo accurato e studiato sotto ogni profilo; perchè se è vero che il nome "chiama" sponsor è anche vero che le vittorie "chiamano" ancora di più.
Così il giusto mix tra campioni e buon atleti, magari giovani, diventa quella miscela esplisiva sia per i risultati che per l'ottimmizzazione dei costi.

19 gennaio 2009

Importante evento Partecipate numerosi


Convegno:“ETICA e SPORT DOPO PECHINO: per testimoniare uno sport di valori”
Sabato 24 Gennaio – dalle ore 9.00
Sala Consiglio Provincia di Genova – Largo Lanfranco, 1 (ingresso Prefettura)

Abbiamo il piacere invitarVi
sabato p.v. - a partire dalle ore 9 - presso la Sala Consiglio Provincia di Genova,
dove si svolgerà il convegno sul tema “Etica e Sport
organizzato dalla Provincia di Genova Assessorato alla Promozione Sociale,Sport e Tempo Libero e dal Centro Sportivo Italiano, con la collaborazione del C. S. PalaDonBosco di Genova, ed il sostegno di CONI, CIP – Comitato Italiano Paralimpico, il Panathlon International, UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) Liguria, Esercito Italiano e USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana).

Il convegno “Etica e Sport”, quest’anno significativamente declinato in “Dopo Pechino, per testimoniare uno sport di valori”, attraverso le esperienze di autorevoli relatori, intende perseverare nell’opera di sensibilizzazione verso gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica sulla necessità di far nascere “una nuova consapevolezza sportiva” ed etica, prendendo spunto da quanto è emerso il primo incontro svoltosi il 19 gennaio 2008.
L’evento intende così promuovere iniziative che abbiano lo scopo di recuperare l’idea stessa di sport quale processo di formazione del proprio essere nella sua integrità, nella legalità della competizione e nella valorizzazione del momento ludico e ricreativo.
Sabato mattina al dibattito introdotto dal Presidente Alessandro Repetto e dall’Assessore allo sport Angelo Giulio Torti parteciperanno:
• S.E. Card. Angelo Bagnasco – Arcivescovo di Genova, Presidente della CEI
• Dott. Massimo Achini – Presidente Nazionale CSI
• Don Claudio Belfiore - delegato nazionale salesiano per lo sport
• Pierluigi Casiraghi, CT della Nazionale Italiana di Calcio Under 21 e della Nazionale Olimpica Under 21 a Pechino 2008
• Dott. Alfredo Martini - Presidente Onorario Federciclismo
• Dott. Luca Pancalli - Pres. CIP e vicepresidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)
• Dott. Bruno Pizzul – Giornalista
• Gen. Corpo d’Armata Domenico Rossi – Esercito Italiano
• altre rilevanti autorità e ospiti tra i quali atleti e dirigenti olimpionici di “Pechino 2008”

Nel corso del Convegno verrà conferito il premio “Amici dello Sport” dedicato ad autorevoli Personalità del mondo sportivo che si sono adoperate per promuovere uno sport etico strumento di educazione e formazione specie dei soggetti più giovani e meno fortunati.
Seguirà rinfresco

Enrico CarmagnaniTel. 348. 210 24 96
Email:carmagnani@layup.it