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15 luglio 2010

Roger Milla, CocaCola e gli OTS



L’ultimo spot della Cocacola lo abbiamo visto tutti durante le partite dei mondiali.
Ebbene è un ottimo esempio di come sfruttare al meglio una sponsorizzazione ed un OTS.
Con OTS ci si riferisce a eventi non connessi al risultato sportivo, quali
un incidente nel corso di un Gran Premio automobilistico o l’infortunio di un atleta
che, fotografati o ripresi dalla televisione, permettono di ‘far vedere’ il marchio
dello sponsor (le «OTS», cioè Opportunities to see).
In questo caso il balletto di gioia dopo un gol.
Difficilmente si vedono aziende sfruttare al meglio i denari spesi, ma questo è un caso da mostrare anche nelle università, un bravo va quindi al marketing cocacola.

12 luglio 2010

Spagna Campione. La Programmazione paga (sperando non vi sia doping)



Spagna campione del mondo.
Questa è la notizia dell’estate, quella che sentiremo a lungo guardando le partite di calcio, ma come al solito, cerchiamo di guardare in profondità.
La Spagna a livello sportivo ha da insegnare parecchio per ciò che concerne la programmazione, la preparazione e la protezione dei giovani talenti sportivi.Questa vittoria non è casuale e nemmeno isolata.
Pensandoci bene, infatti, si nota subito come la squadra sia sostanzialmente frutto di due vivai interni (Barcellona e Real Madrid) che sono riusciti a proteggere i propri gioielli e a mantenerli in patria senza per questo far perdere loro occasioni di competitività di alta qualità, infatti la Liga è diventato uno dei migliori campionati europei.
Ma la Spagna non pensa solo al calcio infatti abbiamo personaggi come Nadal nel tennis, Contador nel ciclismo, Alonso nella Formula1, Gasol nel basket, etc. una programmazione diffusa che ha permesso alla Spagna di divenire un punto di riferimento per le modalità di allenamento e programmazione.
In pratica nulla è casuale e questi dolcissimi frutti arrivano da una dura semina.
C’è però anche un rovescio della medaglia una macchia grossa e nera: la lotta al doping.
In Spagna infatti le leggi sono assai più permissive e “l’Operation Puerto” divenuta famosa in ambito ciclistico ha in realtà al suo interno nomi di calciatori spagnoli famosissimi su cui però non trapela nulla ed altre personalità sportive.
Questo è avvenuto in Spagna e non in Francia o in Italia non per caso, là spesso si guarda dall’altra parte e si difende lo sportivo anziché tutelare la sua salute, non a caso le richieste delle procure italiane sono state bloccate dalla poca collaborazione dei colleghi spagnoli che si sono rifiutati di dare loro campioni di materiale relativi ad atleti spagnoli sospettati di aver fatto uso di sostanze illecite.
Quello che possiamo a sperare è che questa bella vittoria sportiva sia frutto della programmazione dei dirigenti e dei preparatori atletici eticamente responsabili e non sia in alcun modo intaccata da stregoni del doping sistematico.