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12 novembre 2009

il canottaggio: comuncazione e marketing (parte I )



Prima di lasciare spazio all'articolo, l'occasione ci è grata per introdurre a tutti voi ua nuova professionalità che entra in Sporthink.


E' l'autrice di questo articolo: Margherita Cavaglià.


Ex-atleta di canottaggio ad alto livello, ha dimostrato sin da subito la sua passione per lo sport e le sue competenze e brillanti deduzioni in ambito di marketing sportivo.


Le auguriamo una buona permanenza in Sporthink.


Andrea Annunziata







di Margherita Cavaglià




Uno dei tanti problemi che affliggono lo sport del canottaggio è sicuramente la sua scarsa visibilità


E’ un fatto che, in un mondo nel quale è forse più importante apparire che essere, questo nostro sport non riesce a conquistarsi gli spazi necessari per acquisire una presenza, una credibilità e trovare di conseguenza nuove risorse umane e finanziarie.

Nel tentativo di raccogliere materiale in merito a questa problematica ho trovato un articolo di Fermo Reggiani pubblicato sulla rivista "IL CANOTTAGGIO" nel marzo 1951 riguardante la difficoltà del canottaggio a farsi conoscere dai media.


E’ impressionante constatare come a distanza di così tanti anni e in presenza di tecnologie e mezzi di comunicazione molto evoluti, poco sia cambiato.


Ritengo utile aprire un dibattito sul problema al quale spero vogliate partecipare numerosi, in modo che possa diventare un blog di discussione aperto a tutti ed un punto di riferimento e di incontro per atleti, appassionati, tecnici ecc...


Facendo diverse ricerche sul web ho trovato numerose informazioni sulla comunicazione e il marketing rilasciate dalla FIC e dal CONI e sembra che i buoni propositi questa volta non manchino e che le idee e i progetti siano i benvenuti!


Si prendono in considerazione tematiche interessanti come:


-il ruolo delle società e le loro possibilità di sviluppo


-il loro rapporto con la federazione


-la comunicazione interna


-la comunicazione verso il mondo esterno


-l’immagine e il ruolo del canottaggio nel mondo dello sport e della società italiana


-la risalita verso i nuovi media


-il canottaggio femminile*


-la promozione nelle scuole e l’attività giovanile*


-comunicazione e immagine*


-media, marketing e cat. Master*


-università*


-affermazione di una nuova cultura sportiva solidale ed eco compatibile


-analisi statistiche di costume e di contesto ambientale


-aggiornamento tecnologico e architettonico dell’impiantistica sportiva



*(voci completate da approfondimenti in riguardo in un prossimo intervento)



Le opportunità non mancano quindi perchè non dare più visibilità a questo sport che è composto da giovani promesse, passione, natura, sacrifici, soddisfazioni e tanti insegnamenti?


Da ex atleta della società remiera Sisport Fiat posso dire che per me i dieci anni di agonismo insieme al mio allenatore sono e resteranno grandi maestri di vita.


Vi sembra giusto che un calciatore in nazionale guadagni fior di miliardi mentre un canottiere allo stesso livello non percepisce nemmeno un quarto dello stipendio di un calciatore?


Tutto ciò perchè il calcio ha un ottima visibilità, le aziende fanno grandi investimenti in sponsorizzazioni.


Penso che un canottiere come qualunque altro atleta di sport minori per arrivare in alto ci mette la stessa passione e sicuramente si imbatte tutti i giorni in allenamenti più faticosi e quando va in trasferta o ai raduni non dorme in alberghi a 5 stelle, non va in giro con la velina e nemmeno con la macchina da 80.000 euro.


Ritengo che questi atleti innamorati dello sport, faticano per la pura soddisfazione di una bella medaglia al collo nonostante quel primo posto non gli faccia fatturare miliardi!


Sono sicura che se Sky, Mediaset o Rai iniziasse a far conoscere la storia, la passione, la disciplina di questi sport minori come il canottaggio buona parte delle persone ne rimarrebbe colpita.


Basti guardare il nuoto che fino a qualche anno fa non era seguito più di tanto e da quando ha investito sulla comunicazione come per miracolo ecco tutte le gare in televisione, ecco atleti ospiti in diverse trasmissioni sportive e non, ecco nuove aziende pronte a sponsorizzare idem per il rugby che negli ultimi anni in Italia ha fatto passi da gigante .


I buoni propositi da parte della federazione adesso ci sono, è il momento giusto per investire in una nuova politica di promozione SPORTIVA, SIGNIFICATIVA e INNOVATIVA come avviene già in Australia, Inghilterra, Francia e Nord America dove il canottaggio non è più uno sport minore.

3 commenti:

Guido Giaume ha detto...

L'argomento è interessante.
In ultima analisi si tratta di un tema caro a molti:
come dare visibilità alle minoranze silenziose?

Certamente nell'epoca di Internet e delle sue "code lunghe" sembrerebbe più facile avere seguito, ma quando si tratta di questioni economiche le carte si rimescolano ancora.

Chi popola le "code lunghe" è economicamente attraente? Come convincere uno sponsor che non butta via soldi? Come convincere un politico che è opportuno stanziare fondi in sport "minori"?

margherita ha detto...

Gentile Guido,
cito il commento fatto da un campione olimpico di canottaggio riguardo al mio articolo:"Credo che riuscire a ritagliarsi uno spazio di visibilità "dignitoso" sia una conquista - al giorno d'oggi - impegnativa come il podio in competizioni internazionali, e perciò tale obiettivo non può essere lasciato all'improvvisazione o alla sola buona volontà, ma sia indispensabile individuare dei professionisti del settore che abbiano seriamente l'intenzione di rendersi utili al nostro movimento".
Sono assolutamente daccordo con le parole di questo campione e penso che passione, esperienza e buona volontà possano essere un buon punto di partenza!
Inoltre bisognerà mettere in piedi un ottimo progetto di marketing che sia in grado di far decollare questo sport cosi come è stato fatto per il nuoto e ultimanente per il rugby.
Mi trovo in accordo con lei riguardo al fatto che nessuna azienda sia disposta a fare salti nel vuoto, specialmente in questo periodo di crisi, ma sono anche convinta del fatto che strategie innovative e idee brillanti siano i punti di forza per ottenere ottimi risultati.
un saluto,
Margherita.

margherita ha detto...

Gentile Guido,
cito il commento fatto da un campione olimpico di canottaggio riguardo al mio articolo:"Credo che riuscire a ritagliarsi uno spazio di visibilità "dignitoso" sia una conquista - al giorno d'oggi - impegnativa come il podio in competizioni internazionali, e perciò tale obiettivo non può essere lasciato all'improvvisazione o alla sola buona volontà, ma sia indispensabile individuare dei professionisti del settore che abbiano seriamente l'intenzione di rendersi utili al nostro movimento".
Sono assolutamente daccordo con le parole di questo campione e penso che passione, esperienza e buona volontà possano essere un buon punto di partenza!
Inoltre bisognerà mettere in piedi un ottimo progetto di marketing che sia in grado di far decollare questo sport cosi come è stato fatto per il nuoto e ultimanente per il rugby.
Mi trovo in accordo con lei riguardo al fatto che nessuna azienda sia disposta a fare salti nel vuoto, specialmente in questo periodo di crisi, ma sono anche convinta del fatto che strategie innovative e idee brillanti siano i punti di forza per ottenere ottimi risultati.
un saluto,
Margherita.