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6 aprile 2011

Il doping sportivo ed Umberto Veronesi (quando si perde di vista il vero valore dello sport)



Torniamo nuovamente sull'argomento doping, già trattato ampiamente e non solo qui.
Ci ritorniamo in quanto l'oncologo Veronesi ha fatto delle affermazioni gravi che non inquadrano il vero ruolo dello sport. Egli afferma:"Non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male? Prendete l’Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti”, dichiara Veronesi. E continua. “Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute”.
Il problema è che lo sport (specie ai massimi livelli) non ha solo lo scopo di divertire, ma anche di educare gli amatori (specie minorenni) ad un sano e corretto approccio al divertimento sportivo.
Quali saranno i modi di emulare i propri campioni che le generazioni future avranno?
I giovani vorranno le divise come i loro campioni o anche le loro pillole "magiche"?
Per questo il Presidente Petrucci ha replicato:"Rispetto uno scienziato come il professor Veronesi, ma non condivido quanto ha detto. Io ho la responsabilità di tutelare i giovani e rispettare le leggi”.
Tutelare i giovani, con esempi etici,da pericolose emulazioni, con uno sport che sia maestro di vita e non via facile al successo per un periodo breve che spesso vede poi abissi profondi che portano alla tossicodipendenza o al suicidio, se non a tutte e due le cose come Marco Pantani ci ha putroppo dimostrato.
Per questo appoggiamo quanto detto anche dal presidente del CSI.

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