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13 aprile 2008

Su ALLRUGBY n°14/2008 ora in Edicola

Cari lettori tanto per incominciare vi allego quella che è la lettera inviata al "ALLRugby" e che troverete sul numero 14 della rivista sopra citata. Sono in pratica entrato nella mischia sull'argomento vivai nel rugby, argomento assai caldo e di cui mi sto occupando.

"Egregio direttore,
sono un giovane appassionato di rugby nonchè consulente marketing per varie società sportive,
in Piemonte sto lavorando anche nell'ambito rugby per entrare nelle scuole.
Trovo strano che ci sia tanta difficoltà da parte del movimento ad entrare nella quotidianità dei bambini,
credo che in primis manchi spirito di osservazione e un po di fantasia il tutto ben condito da principi di marketing e comunicazione.
Ricetta semplice? abbastanza, specie se le società guardassero ai possibili finanziamenti nazionali e locali per sviluppare ed ampliare
la propria presenza tra i giovani e i giovanissimi.
Non sono d'accordo con Mangialardi (sul n°13) quando parla dei vivai e di non iniziare da zone dove il rugby non è di casa, sono anzi convinto che sia da lì che bisogna
iniziare, un po come tecnicamente fa Mallet con i nostri azzurri, bisogna rafforzare il punto debole, insinuarsi laddove è difficili.
Guardate gli sponsor azzurri (senza fare nomi) la maggior parte tra i più visibili è di Torino! con una forza così alle spalle credete sia difficile
sfondare a livello di immagine?! se non hanno interesse loro, oltre alla Fir, chi dovrebbe averlo?
Ecco perchè credo che in Piemonte, con i progetti regionali, la linfa degli sponsor e la passione dei rugbisti presto avremo sorprese.
Rugbisti di fama? Può essere, sicuramente ragazzi formati alla vita secondo le regole del rugby quindi gentiluomini.
Anche questa è comunicazione.
Sul problema poi dei corsi di formazione direi che è un problema dello sport italiano, la comunicazione interessa solo se porta sponsor e deve farlo
anche in fretta altrimenti "meglio comprare un giocatore con la stessa cifra che pago un consulente marketing, almeno so cosa farmene".
Ma qui dipende dalle Federazioni delegare,promuovere e finanaziare attività di formazione sparse un po ovunque in Italia e far comprendere quanto la comunicazione non sia solo sponsor ma molto, molto, molto altro.

Andrea Annunziata
"

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