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20 novembre 2008

La ricerca di nuovi mercati pone seri problemi su cui interrrogarsi (mentre in tv lo sport non è di esempio)


Qualche giorno fa leggendo un giornale di sci mi è balzato agli occhi un articolo davvero interessante che parlava di Sochi 2014.
Non credo siano molti quelli che sanno dove sia, ebbene il giornalista giustamente segnalava che è una città al confine con la Georgia tanto che una delle piste che verranno usate per la discesa ha la vetta in Georgia e il resto della pista in Russia.
Inutile dire che con la scusa dei giochi verranno messe stazioni missilistiche nella zona e ciò rischia di essere un motivo di ulteriore tensione tra i due Stati.
Tutto questo sta a segnalare una tendenza ormai acclarata nella assegnazione dei grandi eventi sportivi: la ricerca di nuovi mercati e l’assegnazione ai Paesi che dal punto di vista economico sono emergenti.
Non a caso le olimpiadi estive sono state fatte a Pechino, per la cronaca ora è tornato tutto come prima a livello di diritti umani, i futuri europei di calcio si svolgeranno in Polonia ed Ukraina (ma quest’ultima rischi di far saltare tutto per inadempimenti), i mondiali di calcio in SudAfrica (con problemi simili all’Ukraina) e poi la già citata Sochi con i suoi venti di guerra fredda.
Nulla da dire se è questo lo sport che vogliamo se è questo l’insegnamento che lo sport deve dare, ma è questo o c’è di meglio?




Sempre riguardo agli insegnamenti dello sport professionistico segnalo un qualcosa di altamente diseducativo accaduto nel dorato mondo del calcio: il litigio tra Zenga e Variale due persone che data l’ora e lo share dovrebbero essere di esempio ai giovani per contegno invece….

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