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23 ottobre 2008

il corporate blogging e lo sport


Di seguito un bellissimo post dal blog di ibloom, ringrazio subito Lucia Taras per aver permesso la pubblicazione. Al fondo farò due piccole riflessioni legato al mondo dello sport.
"Le aziende che desiderano sviluppare relazioni con clienti, partners o future risorse stanno sempre più esplorando nuove strade: dalla brochure patinata e dal sito vetrina (che presentano un mondo ideale ma poco coinvolgente per un pubblico alla ricerca di trasparenza e autenticità) si sta arrivando all’era della conversazione, che rende il lettore un partner nello scambio di informazioni.
Il blog aziendale è una di queste nuove strade: un canale a flusso continuo tra l’impresa, i suoi dirigenti, il contesto, il mercato.
Le imprese italiane, a differenza delle loro cugine anglosassoni, mancano di blog.
Rare sono ancora le aziende che hanno fatto il passo del Web 2.0: magari ci riflettono ma non sanno come agire, su quali soggetti bloggare e, soprattutto, come fidelizzare i lettori.
Per aiutare l’approccio a questa nuova forma di comunicazione, ecco alcuni punti essenziali su cui riflettere prima di inziare l’avventura.

I contenuti : un blog si valuta innanzi tutto per la ricchezza e la pertinenza dei suoi contenuti: sono questi a decretarne il successo e la longevità.

La regolarità: un blog deve essere costantemente alimentato e aggiornato, per crearsi un pubblico di lettori e fidelizzarlo: non c’è niente di più triste di un blog lasciato all’abbandono.

L’ergonomia: un blog esiste solo per essere letto. L’utilizzo di tecnologie, per quanto impressionanti queste siano, non è coerente con questo obiettivo se, per poter leggere qualche riga di testo, si obbligano i lettori ad installare plug-ins e riaprire browsers. Un blog dovrebbe potersi leggere senza problemi su un qualsiasi cellulare.

La visibilità: non serve a niente fare un blog se questo poi resta nascosto. Deve essere di immediato accesso da tutte le risorse dell’azienda e in particolare dal suo sito istituzionale. Certo l’ideale sarebbe che fosse anche ben indicizzato ed apparisse nei principali motori di ricerca.

La reattività: il minimo che possa fare l’amministratore di un blog è rispondere prontamente ai commenti lasciati dai visitatori. I messaggi lasciati in sospeso per più giorni riducono l’interattività degli scambi tra l’azienda ed i suoi lettori.

L’integrazione della comunicazione: è importante che il blog si integri nella comunicazione globale dell’azienda e, in particolare nella sua comunicazione web.

La qualità della redazione dei contenuti: i blogs sono come gli esseri umani e c’è chi riesce meglio di altri a trasmettere messaggi in modo efficace. Questo, unito alla capacità di stimolare commenti, è determinante per la riuscita di un blog aziendale.

La trasparenza: non ci si dice proprio tutto tutto in un blog, ma è importante che siano abbordati anche argomenti spinosi, che si possa gioire per un buon risultato o imbestialirsi per una cocente sconfitta. Insomma, si deve uscire dal discorso meramente istituzionale, altrimenti la mancanza di interesse è garantita.

Agganciandomi a quest’ultimo punto, mi sorge spontanea una domanda: come dovrebbe essere un blog aziendale perchè io lo leggessi, ammesso che l’argomento mi interessi?
Un blog è prima di tutto una conversazione: non credo mi interesserebbe parlare con un marchio, o con un reparto marketing, o con un reparto risorse umane.Vorrei nomi e cognomi, un foto, pagine ‘about’, vorrei leggere articoli con un taglio personale dove mi vengono descritti prodotti e servizi senza enfasi o linguaggio paludato, vorrei passione e coinvolgimento, vorrei avere davvero la sensazione che ci sia “sporcando le mani” per riuscire a trasmettere qualcosa che si reputa importante, che si desideri davvero conquistare la mia fiducia.

Il ritorno di un blog aziendale è essenzialmente di immagine: occorrono mesi se non anni per raccoglierne i frutti, ee il processo è lungo e non è facile.
Sappiate però che non c’è altro un modo più semplice o immediato: chi inizia oggi si troverà di certo avvantaggiato domani, a suo agio in un contesto dal quale non si potrà più prescindere.
Ok, detto tutto questo: quanti blog di aziende italiane sto leggendo attualmente? nessuno… "
E lo sport italiano come è messo? Eppure di forum in cui si parla di sport ce ne sono parecchi ma nessuno aperto da squadre e federazioni.
Come si può pretendere di comprendere i propri clienti/tifosi se non li si ascolta?

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