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22 settembre 2008

Costi e $ponsorizzazioni: diamo una regolata


I costi eccessivi di gestione sono per la vela (Coppa America) e la F1 le sfide del futuro prossimo.
La coppa America ha incrementato lo spettacolo e gli introiti, ma anche i costi ed ormai per i fatti recenti ha perso molto dell’immagine che si era costruita nelle ultime edizioni.
La F1 del mare è andata dritta alla prima curva per una questione di business legata marginalmente alla competizione vera e propria.
Il rischio di certi sport è proprio questo vedere fiumi di denaro investiti senza una logica costruttiva per lo sport di appartenenza ma per il solo scopo di primeggiare.
Prada ha chiuso la sua esperienza per il non sufficiente ritorno avuto dall’avventura velica perché lo scopo era vincere, primeggiare, sempre di più dove lo sport fa rima con denaro il motto "se sei secondo sei ultimo" diventa una amara verità.
Anche i marchi aziendali si fanno prendere da questa frenesia, come se il valore dello sport fosse solo la vittoria, così vediamo in F1 aziende rincorrere piloti e scuderie vincenti con molteplici bollini su tute ed auto, dimenticando scuderie dei paddock vicini che possono trasmettere (a costi inferiori) molti messaggi trasmissibili con le squadre blasonate, Vettel ce l'ha ricordato a Monza.
Ora si pensa a tagliare i costi, ma è la gestione nel suo complesso che non è sempre corretta ed il fine dello sport viene sepolto da mille valori commerciali.

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